Carnevale sui monti e in valle a Pulfero festa con i Blumarji

I mascheramenti tradizionali riportano in auge antichi riti di iniziazione come la corsa a Montefosca, oggi aperta a tutti, con tappa dal casaro
Di Cristina Favento

Comune che vai, Carnevale che trovi. Nella nostra regione, i festeggiamenti carnevaleschi sono molteplici e possono cambiare radicalmente maschere, nomi dei personaggi e rituali a seconda del luogo nel quale ci si trova.

Tra le manifestazioni più interessanti per varietà e autenticità, domani e domenica c'è il “Pust v Baneciji” di Pulfero, meglio conosciuto come Carnevale delle Valli del Natisone. Etimologicamente, e non solo, influenzato dalla vicinanza con la Slovenia, l'evento ha un carattere fortemente transnazionale e poco contaminato dalla modernità. È un Carnevale arcaico, che ha preservato la sua identità. Visitare il territorio durante la ricorrenza offre la possibilita` di vivere alcuni degli spaccati più folcloristici di tradizioni qui ancora molto vive. Quasi ogni frazione di Pulfero ha mantenuto un forte legame con la propria storia: a Montefosca sono protagonisti i bianco vestiti Blumarji mentre a Rodda i Pustje - con abiti, cappelli multicolori e campanacci - accompagnano di casa in casa il Diavolo (Zluodi), a malapena trattenuto dall'Angelo (Anjulac), portando allegria e confusione. A Mersino, accanto ai Pustje, troviamo le belle figure dal cappello infiorato e ornato di nastri che accompagnano un gallo (petelìn) e una gallina (kakuoša) giganti, coinvolti in maliziosi assalti.

Ai mascheramenti tradizionali partecipano anche associazioni e sodalizi provenienti dalla Slovenia. Come le belle maschere di Cerkno, che arrivano dall’entroterra goriziano, con volti colorati intagliati nel legno, vestite di muschio e pellicce, ingaggiando lotte rituali e danze propiziatorie per risvegliare la terra dopo il lungo sonno invernale.

Per capire quanto forte è il legame tra il territorio e il Carnevale, basti pensare che a Montefosca esiste addirittura un museo dedicato ai Blumarji e alla storia del paese. Il particolare costume bianco, che si può vedere nel museo, completato da un colorato e voluminoso cappello e dei campanacci in vita, veniva indossato una volta dai giovani in età da marito che, rigorosamente in numero dispari, dovevano correre continuamente seguendo un circuito predefinito all'interno dell'abitato, superando a volte degli ostacoli. Oggi l'antico rito di iniziazione ha smesso di essere un simbolico passaggio di testimone: lo spopolamento ha unito le forze e la corsa è diventata intergenerazionale, aperta anche a bambini e adulti.

La Pro Loco Nediške Doline promuove domenica una passeggiata “evocativa” per introdurre i visitatori a questa tradizione di origine nordica, che ha più di mille anni. Da Stupizza, con una passeggiata a piedi si raggiunge Montefosca, per assistere al rito della vestizione e della corsa. Non mancherà una tappa enogastronomica dal casaro dove si fa il formaggio tipico del paese, a produzione limitata.

È possibile percorrere a piedi, in autonomia, anche un anello panoramico di circa 9 km. Dal Centro visite "Il Villaggio degli Orsi", allestito a Stupizza per imparare a conoscere i grandi carnivori – tra cui anche la lince e il lupo - abitanti nelle nostre zone più selvagge, si prende il sentiero Cai 723. Si sale a Erbezzo e Goregnavas, fino alla chiesa di S.Andrea, difficilmente aperta ma da dove si gode una bella visuale sulle Valli a sud e su Montefosca e il monte Vogu a nord. Prendendo quindi il sentiero 752, si incrocia il rio Bodrino in corrispondenza di un vecchio ponte in pietra e si arriva a Montefosca. Da qui il sentiero 735 ridiscende a Stupizza.

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