Chiara Caselli, quella mia Trieste tutta da guardare tra fotografie e film

L’attrice arriva in città già lunedì, ma da oggi sarà a Spilimbergo per le Giornate della Luce
Chiara Caselli
Chiara Caselli

TRIESTE «Il Friuli Venezia Giulia è una terra meravigliosa. Se dipendesse da me, sarei per occuparne il territorio per almeno un anno». E se Chiara Caselli, musa del cinema d'autore dagli anni '90 a oggi, decidesse davvero di occupare il nostro territorio, non troverebbe di certo molti ostacoli sul suo cammino. Anzi. Tra le più interessanti e versatili della sua generazione, tanto da aver convinto Gus Van Sant ad averla sul set di “Belli e dannati”, ma anche Michelangelo Antonioni che l'ha scelta per il suo penultimo film “Al di là delle nuvole”, fino alla talentuosa Mia Hansen-Løve per cui ha recitato nel bellissimo “Il padre dei miei figli”, l'attrice gode di grande considerazione dalle nostre parti, come altrove. Lo dimostra la sua partecipazione a due imminenti eventi della regione e della città. Sarà, infatti, ospite a Spilimbergo, per la prima edizione delle Giornate della Luce, omaggio agli autori della fotografia del cinema italiano, e tra pochi giorni a Trieste, dove siederà tra i giurati che valuteranno i cortometraggi in concorso a ShorTs International Film Festival, organizzato dall'associazione Maremetraggio.

Quella al capoluogo giuliano non sarà una visita estemporanea, perché Chiara Caselli assicura che i suoi progetti la porteranno ancora a Trieste, dove prevede anche di fermarsi per un po'.

«Ho vari progetti che interessano Trieste - racconta -. L'ultima volta che ci sono venuta ho fatto una passeggiata indimenticabile sul sentiero Rilke. C'è un istintivo innamoramento per questi luoghi: per la città e per la terra. La prima volta che sono venuta in Friuli Venezia Giulia tanti anni fa, era autunno, e mi avevano portato in Carso. Mi ricordo proprio come se fosse ieri di questo bosco con la pietra bianca e le foglie degli alberi che erano rosa, gialle e blu. Blu! Ci tornerò sicuramente quest'autunno. Stavolta per fotografare e filmare».

Dal 2008, infatti, Chiara Caselli affianca alla sua carriera di attrice un percorso autoriale come fotografa che l'ha portata a esporre anche alla Biennale d'Arte di Venezia nel 2011.

Quella per la fotografia non è una passione recente, spiega Caselli, che ha cominciato a interessarsi a questa disciplina artistica quand'era solo una ragazzina. «Per l'esattezza a 13 anni - ricorda - grazie a mio padre che mi aveva regalato una meravigliosa Olympus con la quale ho cominciato subito a fotografare e a sviluppare in camera oscura da un fotografo di quartiere. Da quel momento la fotografia me la sono sempre portata dietro, non ho mai smesso».

«Ma è successo quasi per caso - prosegue - che sei o sette anni fa un'amica pittrice mi abbia chiesto di fare un lavoro fotografico sulle sue opere. Sono foto che non ho scattato con un fine espositivo, poi però i suoi galleristi hanno visto le immagini e ne hanno voluto fare una mostra. È così che ho cominciato. Per fortuna in una galleria molto piccola a Roma. Dico per fortuna perché una cosa è fotografare, un'altra è esporre. Cominciare dal piccolo è stato rassicurante. La cosa poi è evoluta gradualmente fino a partecipare alla Biennale qualche anno fa, cui è seguita una gigantesca personale a Tokyo a maggio dell'anno scorso, in uno spazio meraviglioso di 250 metri quadri. Ora ne ho fatta un'altra sempre a Tokyo, conclusa proprio due settimane fa».

Corpi e Natura. Sono i suoi soggetti prediletti. «Quando c'è la presenza umana c'è un coinvolgimento emotivo - racconta -. Le immagini hanno molto a che fare con l'emotività, con l'inconscio, con le relazioni risolte o irrisolte, c'è comunque una relazione che si stabilisce. Invece l'indagine sulla natura ha alla base un semplice "grazie". Un grazie rispetto a quello che già c'è e che ti fa perdere, per fortuna, anche te stesso. Almeno questo è quello che succede a me nel rapporto con la natura».

Questo pomeriggio, alle 16.30, a Palazzo Tadea di Spilimbergo, si inaugura la prima edizione de "Le Giornate della Luce", manifestazione che proseguirà fino al 21 giugno, in pieno solstizio d'estate, con l'intento di celebrare gli autori della fotografia del nostro tempo. E non a caso, a presiederla è Dante Spinotti, carnico che ha trovato il successo negli States lavorando sul set di registi del calibro di Michael Mann, Sam Raimi, Barry Levinson. Saranno molti gli incontri e gli eventi che nei prossimi giorni precederanno la consegna del primo Quarzo di Spilimbergo-Light Award, premio per la fotografia di un film italiano dell'ultima stagione conteso quest'anno da Luca Bigazzi per “Youth - La giovinezza” di Paolo Sorrentino, Fabio Olmi per "Torneranno i prati" di Ermanno Olmi e Arnaldo Catinari per "Mia madre" di Nanni Moretti.

Tra questi la videoinstallazione di Chiara Caselli, con la proiezione di sei fotografie in omaggio alla potenza della natura. «Le immagini che fanno parte del video sono state scattate a Ginostra, dietro a Stromboli, nell'estremo sud. Immortalano questo strano fenomeno chiamato "la lupa", di fronte al quale mi sono trovata e che ho voluto fermare nel tempo. Accade che ti trovi di giorno, con il bel tempo, e all'improvviso si alza una specie di nuvola opalescente che confonde i contorni delle cose. Sei lì e a un tratto non c'è più l'orizzonte. Le foto non hanno subito nessun tipo di ritocco in post produzione, niente, è esattamente ciò che ho visto».

Alle 17, subito dopo l'inaugurazione del Festival e dell'installazione che sarà visitabile per tutta la sua durata, Chiara Caselli parteciperà con Dante Spinotti alla conversazione condotta da Gloria De Antoni "Come illuminare una stella. I rapporti tra il direttore della fotografia e gli attori", per raccontare quella speciale relazione che s'instaura sul set tra le due figure artistiche.

«Sono stata felicissima quando mi hanno chiamata da Spilimbergo. Sono stati eroici perché sono riusciti a organizzare questa bellissima manifestazione contando solo sulle loro forze. Persone brave, calorose, accoglienti. E il tema si è sposato subito con quello che poi esporrò, vale a dire non fotografie ma una videoinstallazione che ha come tema il mare e la luce».

«Ma dopo il Festival di Spilimbergo non torno mica a Roma - svela a sorpresa Caselli, assecondando le speranze di chi già aspirava ad averla per un po' in città prima dell'inizio di ShorTS -. Sarò ospite di un'amica in una meravigliosa casetta poco fuori Trieste assieme ad Amanda Sandrelli. Entrambe mi stanno dando una mano su un progetto ambizioso che riguarda la vostra terra. Saremo lì già da lunedì sera. Si tratta di enorme progetto di installazione - che prevede foto e video, ma ne ho anche un altro che invece è un progetto filmico, un mediometraggio. Il mio sogno sarebbe di riuscire a farli entrambi, ci sto lavorando da mesi. Incrocio le dita, vediamo un po'. Se il progetto va in porto avrò davanti un anno di lavoro. In parte da realizzare a Roma, ma ovviamente anche a Trieste».

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Argomenti:cinemafilm

Riproduzione riservata © Il Piccolo