Chiarelettere apre alla narrativa straniera e italiana e punta su Bachtyar Ali

Superato il traguardo dei dieci anni, la casa editrice Chiarelettere allarga i suoi orizzonti e nel 2018 punta sulla letteratura, quella vera, senza tradire il suo dna. Nella collana 'Narrazioni’,...

Superato il traguardo dei dieci anni, la casa editrice Chiarelettere allarga i suoi orizzonti e nel 2018 punta sulla letteratura, quella vera, senza tradire il suo dna. Nella collana 'Narrazioni’, che ospita libri a metà tra narrativa e saggistica e tanti titoli del Nobel Dario Fo, entrano la narrativa straniera - che si inaugura con il romanzo 'L'ultimo melograno’ dello scrittore curdo Bachtyar Ali - e una nuova serie di narrativa italiana, 'Altrove’, che parte con 'Il grido’ di Luciano Funetta. «Ci sembrava arrivato il momento in cui Chiarelettere potesse fare un discorso sulla letteratura a modo suo. Un discorso che, da una parte, andasse nella direzione di autori stranieri che non hanno ancora cittadinanza italiana, come Bachtyar Ali, e dall'altra di autori italiani che hanno una forte identità ma sono un po’ a lato, come Funetta» spiega il direttore editoriale Lorenzo Fazio.

Finora mai tradotto in Italia, Bachtyar Ali, classe 1966, che vive in Germania, sarà a Milano per 'Tempo di libri’ l'11 marzo con 'L'ultimo melograno’ che è il suo libro di maggior successo. «È la storia di un padre curdo che si è battuto per il suo paese, è stato imprigionato e quando esce dal carcere va alla ricerca del figlio e arriva in Europa. Anche Bachtyar Ali, considerato il portavoce della letteratura irachena del Kurdistan e della rivolta in difesa del progetto curdo contro Saddam Hussein, è stato imprigionato» racconta Fazio. «I romanzi che pubblicheremo hanno sempre una valenza politico-sociale importante. Cerchiamo attraverso la narrativa di dire verità che sono sfuggite ai più, che abbiamo dimenticato o che altre letterature celebrate non raccontano.

Nella scelta dei titoli stranieri «ci aiuta un consulente giovane, Brian Moore, che non ha ancora compiuto trent'anni, è americano e vive tra l'Italia e New York» dice Fazio e annuncia che a maggio uscirà il secondo titolo della narrativa straniera, 'L'anno dei fuggiaschi’ dell'anglo-indiano pluripremiato Sunjeev Sahota, del 1981, tradotto in 14 paesi, ma inedito in Italia. Il romanzo racconta la storia di tre ragazzi indiani immigrati che arrivano a Sheffield, dove vive Sahota, e lavorano come clandestini. E il terzo titolo è della danese Christine Hesselholdt, dedicato alla fotografa Vivien Maier.

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