Cin cin al cinema: 120 anni fa la prima proiezione dei fratelli Lumière
ROMA. Il mondo del cinema alza i calici per un anniversario che precede di poco i tradizionali brindisi di Capodanno. Oggi scoccano infatti i primi 120 anni del cinematografo, un'invenzione che fu rivoluzionaria, che ha cambiato la nostra percezione della realtà e il nostro modo di vedere. E che oggi, forse, è alla vigilia di un'altra rivoluzione, altrettanto storica e imprevedibile. Era già buio, quella sera del 28 dicembre 1895 a Parigi, quando tutte le luci nel seminterrato del Grand Café al numero 14 di Boulevard des Capucines si spensero per mostrare un'antologia dei brevi film girati e impressionati dai fratelli Louis e Auguste Lumière. Al Salon Indien gli spettatori paganti si spaventarono come se il treno che sullo schermo entrava nella stazione di La Ciotat potesse travolgerli; risero alla farsa dell'«Arroseur arrosé», videro meravigliati i lavoratori delle fabbriche Lumière uscire al termine del turno.
I fratelli Lumière erano figli di un fotografo di Lione che solo pochi anni prima si era ritirato. Con spirito inventivo e attitudine imprenditoriale, i due si buttarono a capofitto nella ricerca di nuovi brevetti poiché era nell'aria ormai da tempo l'idea dell'immagine in movimento. Ma un mistero avvolge l’autentica data della nascita del cinema. Sette anni prima infatti - nel 1888 - un francese naturalizzato inglese, Augustine LePrince riusciva nell'impresa di girare un breve filmino (appena tre secondi ma di impressionante modernità e fluidità) nel giardino di casa alla periferia di Leeds, ottenendo lo stesso naturalismo dei primi film Lumière e impressionando la pellicola con uno scorrimento di 16 fotogrammi al secondo: la stessa velocità che diventerà norma dopo il 1895. LePrince scomparirà il 16 settembre 1890 sul treno tra Digione e Parigi e di lui non si saprà più nulla. Il suo esperimento fu dimenticato, la gloria dei Lumière è imperitura.
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