Così Joe Marrazzo raccontava la realtà. E la mafia

La “memoria dell’oggi” tramite il documentario di qualità è una delle mission principali de Le Voci dell’Inchiesta, la manifestazione del cinema del reale e dell’inchiesta in tutte le sue declinazioni che festeggia la sua decima edizione tra il 5 e il 9 aprile a Pordenone. L’attenzione del festival di Cinemazero è sempre più rivolto a restituire la qualità di un genere che rischia ormai di produrre una babele di contenuti, anche di qualità e gusto discutibili.
Ai maestri come Zavoli, Minà, Cavani, Gregoretti, già ospitati a Pordenone, si aggiunge quest’anno il ricordo di un grandissimo del giornalismo d’inchiesta. Si tratta dell’ “uomo col microfono” della nostra memoria televisiva, Giuseppe – detto Joe – Marrazzo al centro della retrospettiva-omaggio di questa decima edizione.
“Senza perdere la tenerezza” è stato anche il felice titolo di uno speciale tv della Rai dedicato qualche anno fa a Marrazzo: una qualità che non è mai mancata a questo “maestro dell’inchiesta”, che aveva il pregio di saper aspettare, rispettare, cogliere quanto si infila nelle pieghe delle immagini.
Giuseppe Marrazzo, detto Joe - nato a Nocera Inferiore il 19 marzo 1928 - è noto per le numerose inchieste su temi sociali. Inizia la sua carriera collaborando con la carta stampata (dal quotidiano “Il Mattino” a “Omnibus”, “Epoca” e “Tempo illustrato”) e nel 1965, passa alla televisione, producendo per la Rai inchieste e servizi per vari programmi: lo ricordiamo nel 1976 tra i primi inviati in Friuli per documentare il terremoto a poche ora dalle scosse. Partendo dalle sue inchieste, Marrazzo ha scritto diversi libri, tra cui il più famoso è “Il camorrista” (pubblicato nel 1984), in cui racconta la vita di Raffaele Cutolo, uno dei boss campani più influenti durante gli anni ’80. Lo scrittore Roberto Saviano ha dichiarato di essere debitore verso Marrazzo per parecchi spunti, nella scrittura del suo Gomorra. Da “Il camorrista” è stato tratto nel 1986 l’omonimo film d’esordio alla regia di Giuseppe Tornatore. Scompare a Roma nel 1985, all’età di 56 anni, a seguito di un’emorragia cerebrale.
La serata in suo onore, in apertura di festival, è prevista per mercoledì 5 aprile alle 20.45. Saranno presenti i figli, i giornalisti Gianpiero e Piero (corrispondente Rai da Gerusalemme), lo scrittore e sceneggiatore Maurizio Braucci e il giornalista Sandro Ruotolo. Nella serata condotta dalla giornalista della sede Rai Fvg Marinella Chirico, atteso anche un intervento in video del regista Giuseppe Tornatore.
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