Da Lussinpiccolo a Trieste i cent’anni nel vento di Straulino

Inaugurata a Villa Perla una rassegna dedicata al leggendario ammiraglio Celebrazioni, regate e una mostra in programma allo Yacht club Adriaco
Di Francesca Capodanno

TRIESTE. Sono iniziate da dove era partito. Mercoledì a Lussinpiccolo, di fronte a una folla commossa, la locale Comunità italiana ha formalmente aperto le celebrazioni per il centenario dalla nascita dell'ammiraglio Agostino Straulino. Cerimonie semplici e sobrie, come l'ammiraglio avrebbe gradito, e il racconto di una storia per immagini e testi, in italiano e croato raccolto in una mostra inaugurata nella sede della Comunità italiana, a Villa Perla.

Per chi naviga in quelle baie, in questi giorni, è l'occasione per conoscere la storia di Tino Strauilino da Lussinpiccolo, nato nel 1904 e morto nel dicembre del 2004 dopo una incredibile vita passata in mare. Una mostra che ben riassume la vita a Lussino a inizio del secolo scorso, sotto l'impero Austroungarico, il ruolo centrale dell'Istituto Nautico, che forgiava comandanti e capitani poi noti in tutto il mondo. A Lussino il giovane Tino Straulino coltiva la passione per la navigazione, e quello spirito unico, che gli permetteva - diventato quasi cieco - di navigare solo sentendo il vento, di armare le barche solo sentendole sotto il timone. Infiniti aneddoti raccontano dell'ammiraglio Straulino quasi cieco, in grado di armare perfettamente le sue barche, perché le barche - le sartie, gli alberi, le scotte, i timoni - lui li aveva dentro. Non le guardava, le sentiva. Nelle baie di Lussinpiccolo, a soli sei anni, Straulino navigava con il suo "sogliola", barchino a vela costruitogli dal padre e dallo zio. Cresciuto a pane e vento, dopo aver frequentato il Nautico, quando la geopolitica portò a Lussino la Jugoslavia, scelse l'Italia, e l'Accademia navale.

La mostra parte da Lussino per navigare in tanti mari, a bordo dell'Amerigo Vespucci, di cui Straulino fu il leggendario comandante, a bordo delle Star con le quali vinse l'olimpiade del 1952 e l'argento del 1956, e sulle numerose imbarcazioni che da Lussino, da Trieste e lungo gli oceani amò e navigò, sempre con il rispetto che impone la più profonda tradizione della marineria. Lo stesso profondo rispetto che gli imponeva, ritornato d'estate a Lussino ormai anziano, di accedere ogni sera a poppa della sua barca a vela, ormeggiata in mezzo alla baia, un lume a petrolio: una scena ricorrente che vive nel ricordo di numerosi velisti, e crocieristi adriatici che navigando d'estate incrociavano il grande ammiraglio e velista.

Inaugurata mercoledì sera, la mostra di Lussinpiccolo resterà aperta fino al 20 ottobre; il 10 ottobre, giorno del centenario, la comunità italiana di Lussino presieduta da Anna Maria Saganic organizzerà una veleggiata e l'amministrazione comunale scoprirà una targa in ricordo dell'ammiraglio, posta sull'edificio che ospitò l'Istituto Nautico di Lussino. Una ulteriore targa giungerà da Trieste, dalla comunità dei lussignani emigrati, e sarà posizionata probabilmente sulla casa natale di Straulino. A Trieste, invece, la base delle celebrazioni sarà lo Yacht club Adriaco, che allestirà da settembre una propria mostra, valorizzando la ricerca storica e i materiali legati a Straulino custoditi in città, molti dei quali già raccolti nel libro di Tiziana Oselladore "Straulino Signore del mare" edito da Comunicarte. La concomitanza con il periodo della Barcolana permetterà ai velisti non solo triestini di poter celebrare così un personaggio unico nella storia della vela, amato e rispettato in tutto il mondo.

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