Da Madame Bovary a Hitchcock È il mondo a colori secondo Falcinelli

In “Cromorama” l’autore racconta attraverso pittura, letteratura, cinema com’è cambiato il nostro sguardo con la tecnologia

È stato uno dei best seller 2017. Un saggio, avvincente come un romanzo, dedicato ai colori e firmato da uno dei più importanti visual designer della scena grafica italiana, Riccardo Falcinelli. “Cromorama” (Einaudi, pagg. 443, euro 24) è un viaggio attraverso pittura, letteratura, cinema, fumetti e oggetti quotidiani, punteggiato da 400 immagini, per raccontare come si è formato lo sguardo moderno, il nostro sguardo, influenzato dalle tecnologie e dal loro sviluppo.

Falcinelli, che insegna Psicologia della percezione all’Isia Roma Design, sarà ospite venerdì a Trieste, alle 18.30 da Mimì e Cocotte (via Cadorna 19) per parlare del libro, introdotto da Paola Fortuna, architetto e docente allo Iuav di Venezia.

Perchè il colore della matita è per antonomasia il giallo? Perchè così la dipinse l’azienda Koh-I-Noor per l’Esposizione di Chicago del 1893, per nascondere i difetti del legno che rivestiva la grafite? O per richiamare il colore dell’impero austro-ungarico, dove la ditta aveva sede, prima a Vienna e poi in Boemia? O per una scelta metaforica che rimanda alla Cina, paese di provenienza della grafite, dove il giallo è la tinta della famiglia imperiale?

E ancora: perchè Madame Bovary veste di blu, perchè Werther si spara con una giacca blu e un panciotto giallo? Perchè nei dipinti di Mondrian il verde non c’è mai e invece Hitchcock lo usa molto? E quanti sanno che l’insolito malva indossato dalla regina Vittoria per il matrimonio della figlia, segna un passaggio fondamentale nella storia del colore, non solo dal punto di vista della moda, ma dell’industria: l’abito è tinto con la mauveina, primo colore sintetico, creato in laboratorio senza materie prime vegetali o animali.

Tutte le società costruiscono sistemi simbolici in cui il colore ha un ruolo centrale: il nero del lutto, il rosso del comunismo, l’azzurro del manto della Madonna. Ma nel mondo moderno la tecnologia ha cambiato il modo in cui guardiamo i colori, abituandoci a nuove percezioni. Su uno schermo, un affresco risulta luminoso come una foto digitale. «Chi ha conosciuto il colore della televisione non può più vedere il mondo con gli occhi del passato. Magari non ne siamo consapevoli - spiega Falcinelli - ma abbiamo in mente il giallo dei Simpson anche di fronte a un affresco del Rinascimento». “Cromorama” ci immerge in questa palette ricca di significati e ci spiega com’è diventata un filtro con cui pensiamo la realtà. —

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