Dal mare alla galleria d’arte, i capelli ancora bagnati: il colpo di fulmine tra Ida barbarigo e Zoran Music

La lunga storia d’arte e d’amore inizia proprio così, per caso, come ha raccontato Giovanna Dal Bon nel suo libro “Doppio ritratto. Zoran Music - Ida Barbarigo” ripercorrendo oltre sessant’anni di attività artistica e sodalizio affettivo dei due pittori

TRIESTE Si erano incontrati in una galleria d’arte di Trieste nella primavera del 1944 e subito qualcosa era nato tra loro: una scintilla, un cortocircuito, una scossa. Tra la bella Ida neanche ventenne e il giovane Zoran, bruno e ombroso ma con gli occhi buoni, la lunga storia d’arte e d’amore inizia proprio così, per caso, come ha raccontato Giovanna Dal Bon nel suo libro “Doppio ritratto. Zoran Music - Ida Barbarigo” (Johan & Levi Editore) ripercorrendo oltre sessant’anni di attività artistica e sodalizio affettivo dei due pittori. Lei, il cui vero cognome è Ida Cadorin, è l’ultima discendente di una nota famiglia veneziana di artisti e artigiani, tra cui spicca il padre Guido, pittore e scultore raffinato. Lui, Zoran, originario di Boccavizza, viene da una famiglia di viticoltori.

Ida con i capelli bagnati, dopo un pomeriggio passato al mare, entra in una nota galleria nel centro di Trieste che espone i quadri di un giovane artista slavo ancora sconosciuto. Studentessa all’Accademia di Belle Arti si trova con la famiglia nel capoluogo giuliano, perché il padre Guido, che ha collaborato con la Resistenza, vi si è rifugiato per scampare all’arresto della Gestapo. Guardando i quadri di Music, Ida per carattere non riesce a trattenere i propri commenti: quelle opere così particolari proprio non le piacciono. Lui incuriosito la vuole conoscere. Dopo questo primo incontro folgorante si ritroveranno in treno in direzione Venezia e da quel momento il loro destino resterà unito per sempre, anche se di lì a poco la cattura di Music e poi la sua deportazione nel campo di concentramento di Dachau li separerà per lungo tempo. Quando si ritroveranno, per lui il rifugio e la cura spirituale dagli orrori della guerra, dalle torture del campo, dalle interminabili fila di morti scolpiti nella mente e ritratti ad uno ad uno nei suoi disegni, sarà proprio tra le braccia di Ida a Venezia, città che di lì a poco gli darà il successo e resterà sempre per la coppia la meta ideale, anche dopo l’importante parentesi artistica parigina. Scriverà Zoran nell’ottobre del ’46: “Finalmente tanta luce, tanto sole, questo cielo enorme fino all’orizzonte basso della laguna (…) Alle Zattere vivo i giorni più felici”.

I due si sposeranno nel ’49. Da quel momento inizierà l’ascesa artistica di Music, con la Biennale, il Premio Parigi, i grandi collezionisti, i viaggi, il lungo soggiorno in Francia e l’incontro con l'astrazione lirica che influenzerà profondamente la sua arte. Anche Ida seguirà la sua passione per la pittura, sviluppando un suo personale percorso artistico, ma la carriera del marito è folgorante. Insieme gireranno il mondo, tuttavia il richiamo della laguna resterà forte. Venezia è per entrambi la casa, la meta, il destino, la necessità. I due infatti vivranno fino alla fine dei loro giorni in un bel palazzo a San Vio: Zoran nel suo studio sotto i tetti e Ida al piano di sotto in un grande appartamento dove raccoglierà come in un museo le tante opere di famiglia, ma anche gran parte dei dipinti del marito e naturalmente i suoi.

La loro è una storia d’amore, ma ancor prima di profonda amicizia che, tra alti e bassi, resterà solida nel tempo proprio in nome della pittura, che entrambi ameranno profondamente. Un’unione che durerà 60 anni e attraverserà una fetta importante della storia artistica del nostro paese, fino alla morte di lui nel 2005 e recentemente alla scomparsa di lei nel gennaio del 2018. Un matrimonio d’arte e di vita legato profondamente alla città di Venezia, considerata da entrambi il luogo ideale per vivere, dipingere e lasciare un segno nel mondo. —

Giov. P.

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