Dal Pequod al Patna le navi che fanno le storie

Sabato al magazzino 26 con Renzo Crivelli la seconda conferenza del ciclo “Trieste e il mare”
Di Renzo S. Crivelli

Sabato 13 febbraio alle ore 17 all’Auditorium del Magazzino 26 nel Porto Vecchio, Renzo Stefano Crivelli, nell’ambito della rassegna “Trieste e il mare” (www.triestemare.com), curata da Maurizio Eliseo e promossa dal Comune e dall'Autorità Portuale con l’Associazione Culturale Italian Liners, terrà una conferenza dal titolo “Un mare di carta”. Pubblichiamo di seguito un breve sunto dell’intervento.

di RENZO S. CRIVELLI

La nave nella letteratura: un viaggio ideale che coinvolge cinque vascelli nell'arco di cento anni, tutti - veri o reali - utilizzati da cinque grandi scrittori: il Pequod di Moby Dick (Melville) e il Patna di Stephen Conrad; la S.S. Commodore di Stephen Crane, la Stella del mare di Joseph O'Connor, e la Stella Polaris (una delle prime "navi bianche", subito dopo la Thalia) di Evelyn Waugh. Ne anticipo due, a partire da Herman Melville, e dal suo famosissimo Moby Dick, uscito nel 1851. Il grande romanzo, tra i massimi della marineria, ha consegnato alla storia della letteratura americana uno dei più straordinari simboli della lotta atavica fra l'uomo e la natura, spesso ostile, e votata a sopraffare e a nullificare gli sforzi di conoscenza dell'individuo. La nave su cui saliamo, metaforicamente, a bordo è la Pequod, nave baleniera in partenza da Nantuckett e diretta verso i Mari del Sud. Siamo in compagnia di un attento narratore, Ishmael (un nome simbolico) che è attratto dalla vita di mare e che il destino porta a condividere la sovrumana caccia del capitano Ahab, che vuole vendicarsi della menomazione subita ad opera di questo immenso capodoglio albino (bianco, dunque, e non balena), che gli è costata una gamba.

Ahab identifica il bianco Moby Dick con il colore dell'ignoto, con tutto ciò che è inconoscibile. Ed ecco che il viaggio senza ritorno del Pequod diventa per Melville il viaggio dell'uomo verso la conoscenza (irraggiungibile, del resto), verso l'identificazione del Male e la sua sconfitta. Il mare allora viene descritto come uno spazio infinito che coincide con l'inconscio. Ma perché proprio il Pequod? Da dove viene questa storia? Melville non l'ha inventata, confondendo realtà e fantasia: infatti si ispira all'avventura della baleniera Essex, costruita nel 1820, la prima nave affondata da un capodoglio, nell'Oceano Pacifico, solo un anno dopo il suo varo. Questo episodio scosse molto il mondo della marineria, specie dopo la pubblicazione del diario di bordo del suo primo ufficiale, Owen Chase, intitolato Narrazione del naufragio della baleniera Essex di Nantuckett (1821).

Ma dopo aver assistito all'inabissamento della Pequod, si passa a un (falso) naufragio, certo più inquietante, sempre nei Mari del Sud: quello del Patna, un vascello mercantile adibito al trasporto dei pellegrini musulmani da Singapore a Gedda. Ne parla un grande narratore inglese, Joseph Conrad (l'autore di Cuore di tenebra) nel suo romanzo Lord Jim, del 1900. Questa vecchia nave mercantile viene abbandonata nel bel mezzo d'una tempesta dall'equipaggio che, convinto dell'imminente vittoria dei flutti, abbandona un migliaio di passeggeri al loro destino. Anche questo episodio proviene da un fatto reale, l'avventura del Jeddah, colato a picco nel 1880 con centinaia di morti, anch'essi abbandonati dagli ufficiali. Ma in Lord Jim il Patna non naufraga per nulla! Così pensano che sia avvenuto quelli che l'hanno abbandonato sulla scialuppa di salvataggio, ma in realtà si salva e viene rimorchiato in porto. E qui Conra. d ci fornisce la prima, intensa rappresentazione dell'inconscio umano, nella convinzione che la verità sia talvolta diversa da quella reale e che dipenda da come viene percepita (anticipando Freud). Nel mondo reale gli ufficiali del Jeddah finirono sotto processo e furono condannati. Nel caso di Lord Jim, il protagonista, primo ufficiale a bordo (un soprannome che gli viene dal prestigio ottenuto in Estremo Oriente tra gli indigeni), se la cava, ma trascorrerà tutta la vita in preda al rimorso e alla ricerca d'un impossibile riscatto.

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