Daniele Abbado: «Lavoro meglio all’estero che in Italia»

La differenza che c'è fra lavorare all'estero e lavorare in Italia? È «la stessa che c'è fra lavorare bene e lavorare in una situazione difficile»: Daniele Abbado (regista d'opera che ha lavorato nei maggiori teatri del mondo e che oggi debutterà con un nuovo “Trovatore” a Vienna, con un cast di superstar come Anna Netrebko e Roberto Alagna) non ama la polemica. Però ammette che «in Italia, a parte pochi teatri, è difficile lavorare».
«Alla Fenice - racconta - è un piacere, come alla Scala e a Torino ma sono pochi. Molte fondazioni liriche sono in ginocchio, con problemi economici che poi si riflettono sul resto» non solo sull'investimento tecnologico ma anche «sulle manutenzioni». «Alcuni teatri - aggiunge - stanno arrivando alla paralisi, ed è molto triste».
La polemica non è fatta da un artista che in Italia non lavora: a ottobre la Scala riprenderà il suo allestimento di “Nabucco”, poi a dicembre sarà al Comunale di Bologna con Tosca. Ma Abbado è una persona che conosce l'importanza della cultura perché l'ha respirata in casa dalla nascita, grazie al padre Claudio. Alla Staatsoper di Vienna - dove ha già messo in scena il “Don Carlos” - il regista nato a Milano porta un “Trovatore” (già sold out quasi tutte le repliche) ambientato nella seconda metà degli anni Trenta durante la guerra civile spagnola.
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