Dentro la casa dell’amore di una trans a Quarto Oggiaro

BERLINO. Tutto parte al buio con 'La tenerezza’ di Sandro Penna e con le parole sacre di una Bibbia salvifica verso le prostitute nel segno di «chi è senza peccato scagli la prima pietra». E questo non a caso, perché 'La casa dell'amore’ di Luca Ferri, tra i 21 documentari selezionati per concorrere al Berlinale Documentary Award, racconta nello spazio claustrofobico di un piccolo appartamento illuminato solo da candele, la vita e la professione di Bianca Dolce Miele, una transessuale di 39 anni che vive a Quarto Oggiaro nell'hinterland milanese dal 2009 e di professione prostituta. Da vent'anni anni poi è fidanzata con Natasha, una trans di origini giapponesi che vive temporaneamente in Brasile. Bianca, totalmente pelata e glabra, si rade anche le sopracciglia, e con due piccoli seni dovuti a interventi ormonali, sembra davvero un piccolo angelo in questa casa piena di bottiglie, anche usate come portacandele, libri e manifesti dello scultore Cesare Riva (si scoprirà solo alla fine essere suo padre).

Cosa fa nella casa Bianca? Riceve, nella luce caravaggesca delle candele, i clienti più strani con cui fa sesso anche in modo del tutto originale - c'è chi la vuole solo come una tavola imbandita su cui mangiare carne in scatola - e poi sta molto al telefono con clienti, amici e soprattutto con il suo amore lontano che non vede da due anni. Il loro legame è infatti molto forte e la distanza non sembra averlo indebolito. Il film racconta, tra sigarette, travestimenti, cene, la loro storia d'amore fatta di lunghe telefonate e ancor più lunghe attese.

«Il film racconta un punto fermo: - spiega il regista - Bianca dentro il suo appartamento. E di come da questa apparente staticità filtri all'interno un intero piccolo mondo fatto di abitudini, incontri, cicli e imprevisti in attesa del ricongiungimento con Natasha, sua compagna di vita. Ci è voluto circa un anno di lavoro per conoscere Bianca prima dell'inizio delle riprese - continua Luca Ferri - . L'ho contattata tramite un sito per incontri on line, perché stavo cercando persone che lavorassero in casa. Bianca mi ha permesso di conoscere la sua vita e tutte le sue frequentazioni. È stato un lavoro lento, in cui sentivo crescere da parte di entrambi fiducia e stima. Più il tempo passava e più mi convincevo che le mie remore a toccare un tema così delicato si sgretolavano grazie alla spontaneità e naturalezza nel donarsi senza mai chiedere cosa avessi deciso di fare. —

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