E il Teatro Verdi si allea con il Sol Levante

TRIESTE. Capita a volte che anche i momenti più ufficiali e ingessati si trasformino in siparietti capaci di strappare un sorriso.
Così ieri mattina al Teatro Verdi è stata una provvidenziale penna offerta da una spettatrice, al posto di un inadatto lapis, a vergare l'importante accordo siglato tra l'ente lirico triestino e la giapponese Kitakyushu City Opera.
Un accordo di grande rilevanza per un giorno importante, come ha sottolineato il sovrintendente Stefano Pace: una collaborazione di durata triennale che si potrà concretizzare già nel mese di febbraio, il 21 e il 23, sul palcoscenico della Sala Tripcovich, con due tra i titoli più rappresentativi e noti del repertorio italiano, “Cavalleria Rusticana” di Mascagni e “Gianni Schicchi” di Puccini interpretati da un cast meltin' pot, con artisti giapponesi e italiani insieme.
Tra le star straniere in “Cavalleria”, la soprano Dimitra Theodossius già apprezzata dal pubblico triestino sarà Santuzza mentre per Turiddu si alterneranno i tenori Piero Giuliacci e Kennichi Morioka. Una lettura «classica e rispettosa della tradizione», come assicura il produttore e regista Carlo Antonio de Lucia che da lungo tempo collabora con la K.c.o., e che vedrà come maestro concertatore l'italo svizzero Francesco Ledda.
E questo è solo l'inizio: nel triennio a venire, fino al 2019 quindi, l'accordo che è stato firmato ieri sancirà attività di produzione, co-produzione, formazione e didattica tra i due enti.
D'altronde, l'interesse della Fondazione del Verdi per il Sol Levante non è nuovo e Kitakyushu, città di quasi un milione di abitanti della prefettura di Fukuoka nell'isola di Kyushu, rappresenta un punto focale in un mercato ritenuto strategico, sempre più dinamico e ricco di potenzialità.
La partnership ha avuto origine dalla missione istituzionale in Giappone svoltasi a inizio novembre.
«Lì il direttore generale della Fondazione, Antonio Tasca, si è fatto carico dei primi incontri, tra cui quello con il ministro per gli affari regionali Kozo Yamamoto – ha spiegato Pace -: oggi abbiamo firmato un accordo che sancirà questa collaborazione in maniera stretta, che guarda al 150enario delle relazioni tra i nostri due Paesi ma anche al rapporto tra la città di Trieste e i porti giapponesi, rapporto che si sta via via sempre più rinforzando su piano dell’interscambio economico».
Una visione internazionale, quella dettata da Pace, evidenziata dallo stesso presidente della Kitakyushu City Opera Gudo Hasui, che fin dalla fondazione guarda alla formazione musicale e lirica di matrice italiana. «Da 26 anni la nostra Compagnia ha sempre intrattenuto collaborazioni internazionali, e dal 2015 ha avuto il piacere di intesserle con artisti italiani - ha detto in un impeccabile italiano -. Oggi sigla un protocollo con un Teatro così glorioso all'interno di una città dalla così grande storia: è un sogno e spero tanto di non svegliarmi, come Cenerentola allo scoccare della mezzanotte».
Il clima festoso della presentazione dell'accordo ha rappresentato il momento migliore anche per fare la conoscenza del nuovo direttore artistico del Teatro Verdi appena nominato, Paolo Rodda, «nato in questa città e in questo teatro da sempre, fin da studente del conservatorio», come ha voluto specificare.
Rodda ha così ringraziato chi ha creduto in lui affidandogli «questo lavoro difficile e complesso» e ha parallelamente evidenziato, come punto di forza dell'ente che conosce così bene, l'esistenza di una «squadra molto affiatata, che non comprende solo le masse artistiche ma anche i tecnici e il personale amministrativo».
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