“Eisenstein in Messico” si scopre gay
Un biopic delirante (“alla Greenaway”), ma riuscito e accattivante, dei “dieci giorni che sconvolsero” la vita di Sergei Eisenstein. Ovvero quei dieci giorni in Messico in cui, all'età di 33 anni, al culmine della sua carriera, il regista della “Corrazzata Potemkin” scoprì la sua omosessualità. È quello che racconta Peter Greenaway in “Eisenstein in Messico”, già applaudito al Festival di Berlino.
Siamo nel 1931 quando Eisenstein, al vertice della sua carriera, si trova in Messico per girare un film (“Que viva Mexico!”). Qui, tormentato dal regime stalinista che vorrebbe riaverlo in patria quanto prima, un buffo, goffo e logorroico Eisenstein (Elmer Back) passa gli ultimi dieci giorni del suo viaggio nella cittadina di Guanajuato.
Sarà in questo luogo, con la complicità della guida Palomino Cañedo (Luis Alberti), che il regista scoprirà molte cose sul Messico, ma soprattutto su se stesso e sulla propria identità sessuale e artistica.
Il racconto di Greenaway non nasconde la grande passione per Eisenstein, di cui Greenaway ha visto e rivisto le opere, e di cui ha seguito pensiero e orme.
Dalle parole a raffica di Eisenstein escono, di volta in volta, riflessioni sulla Russia, sulla vita e sulla morte. E ovviamente nel film, pieno di fantasiose soluzioni tecniche, c'è anche la sua esplicita iniziazione al sesso omosessuale da parte di Palomino Cañedo, sua guida non solo del Messico, ma della vita da vivere subito, senza nessuna mediazione.
Nelle lettere alla segretaria Pera Atasheva, scriveva Eisenstein di quel viaggio: «Proprio ora sono stato follemente innamorato per dieci giorni e ho avuto tutto quello che desideravo. Ciò avrà probabilmente enormi conseguenze psicologiche».
E ancora, ecco mostrati il vestito bianco e le bretelle rosse da lui indossati in Messico, i suoi disegni erotici, i libri che amava portare con sé nei viaggi, nonché gli incontri con Frida Kahlo, Cocteau e Brecht. Un documentario diventato a poco a poco un lungometraggio di finzione, uno stralunato viaggio nel mondo di entrambi i registi. (pa.lu.)
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