Ekaterina e Alessandro nel paese del sorriso

TRIESTE. «Da parte di Lorenzo», sussurra il maestro Antonino Fogliani avvicinandosi al tavolino del caffè e porgendo a Ekaterina Bakanova un bigliettino giallo con un cuoricino. L’ha disegnato suo figlio. «Fai innamorare anche i bambini!», esclama Alessandro Scotto di Luzio intonando le prime note della celeberrima aria “Tu che m’hai preso il cuor”. «Sono sicura - ribatte lei - che lo dovrà bissare, quel pezzo, perché lo fa troppo bene». Giovani, belli, con una grande carica di simpatia, il soprano e il tenore sono i protagonisti dell’operetta di Franz Lehár “Il paese del sorriso”, al Teatro Verdi martedì alle 20. 30 con la regia di Damiano Michieletto. La storia dell’amore infelice fra il principe cinese Sou Chong e la viennese Lisa, segnato dalla diversità di cultura e di tradizioni di corte, rivivrà in un originale allestimento prodotto dalla Fondazione lirica triestina con le scene di Paolo Fantin, i costumi di Silvia Aymonino, le coreografie di Sandhya Nagaraja. Andrea Binetti canterà nel ruolo del Conte Gustavo e Ilaria Zanetti in quello di Mi. Nel cast anche Adele Amato de Serpis, Sara Alzetta, Gualtiero Giorgini, Maurizio Rapotec, Adriano Giraldi e Simone Faucci. Completano l’organico l’Orchestra e il Coro del Teatro Verdi. Repliche il 20, 22, 24, 26 e 28 giugno.
«È una regia moderna, divertente, - spiega Ekaterina Bakanova - dove l’accento è concentrato sui rapporti tra i personaggi, sui dialoghi, che sono assai difficili per noi cantanti. I nostri colleghi sono attori professionisti e impariamo molto da loro. Ci teniamo a fare questi dialoghi a un livello di teatro di prosa. Alessandro li fa con fascino napoletano, io cerco di togliere l’accento russo, ma un po’ rimane sempre...». «E sarà più bello così! - ribatte Alessandro Scotto di Luzio - Noi ce la stiamo mettendo tutta, ci stiamo impegnando con amore, con dedizione. A volte si pensa che l’operetta sia una cosa molto leggera, ma questa l’han cantata anche Mario Del Monaco, Pippo Di Stefano, grandi voci».
Per Ekaterina Bakanova, classe ‘84, la formazione musicale è stata un viaggio di duemila chilometri e trentotto ore di treno, quanti separavano Mosca dalla sua città natale, Mednogorsk, incastonata negli Urali, dove studiava fisarmonica, pianoforte e canto. L’astro artistico di Alessandro Scotto di Luzio ha brillato invece il 15 marzo 2009, quando vinse nella sezione tenori in un concorso della “Domenica In” di Pippo Baudo. Il mese successivo vinse anche il “Tour de Chant”, sempre presentato da Baudo.
«Ho cantato “Che gelida manina” in diretta, ed è stata una bellissima esperienza. Ero giovanissimo, avevo ventitré anni. Questo mi ha portato al debutto con Nemorino al Comunale di Bologna. Il direttore artistico, Marco Tutino, mi aveva sentito mesi prima, quando feci l’audizione per la Scuola dell’Opera Italiana, a cui decisi poi di non partecipare perché non volevo che troppi insegnanti toccassero la mia tecnica, il mio modo di cantare molto personale. Ma ritrovai Tutino in commissione per un altro concorso e mi volle a Bologna, così feci questo debutto importante e la carriera ora si sta intensificando. Ho cantato a Melbourne, in Oman, a Tel Aviv, anche al Cremlino. Il prossimo anno debutterò alla Fenice di Venezia nell’Ernesto di “Don Pasquale”».
Fu il nonno Annibale a contagiarlo con l’amore per la musica. «Ricordo ancora adesso che mi metteva sulle ginocchia e mi canticchiava “Che gelida manina” e anche “E lucevan le stelle”, poi le tante canzoni napoletane che dedicava alla nonna. E ogni volta che finiva, la prendeva e se la baciava. Aveva una voce molto delicata, leggera, non impostata, che piaceva perché cantava con tanta anima».
Nel suo prossimo futuro Ekaterina Bakanova ha un debutto a Pechino e al Covent Garden di Londra. In luglio parteciperà al Festival “Torino suona Mozart”, con l’Orchestra Sinfonica Nazionale della Rai. «Andrò anch’io alla Fenice per una “Traviata” con la splendida regia di Robert Carsen. E spero che arrivi pure “Romeo e Giulietta” all’Arena di Verona... sarebbe ottimo farla con Alessandro!».
Il tenore sogna l’anima gemella («Sarà un po’ difficile trovarla, io ho bisogno di viverla ora per ora»), il soprano ha sposato il promotore di progetto Georg List, tedesco. «Io amo molto la Russia, ho un rapporto molto forte con la mia patria. Ho lasciato la mia famiglia a sedici anni per perfezionare gli studi musicali a Mosca, è stata dura. Tutto questo mi ha reso più forte e indipendente, però i miei genitori mi mancano... Mio marito ha un grande progetto nella zona di Montona, in Istria. Ha investito in terreni per creare, assieme a hotel a cinque stelle, spa e ristoranti, e con un grande architetto spagnolo, un club per giocare a polo. Sarebbe un passo importante per la Croazia perché ha bisogno di questi progetti che possano attirare più turisti, più sponsor».
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