Eliana Liotta e la felicità del viaggio il miglior antidoto allo stress

Geografie della felicità: ovvero, “uscire dalla propria comfort zone e pungolare la curiosità vedendo posti nuovi produce piacere”. Una strategia per sentirsi meglio, e non si tratta solo di sensazioni, ma di riscontri scientifici. Lo spiega la divulgatrice Eliana Liotta, autrice di best seller come “La dieta smartfood” e, più recentemente, di “Prove di felicità” per La nave di Teseo.

Questa mattina, alle alle 11.30 nel Geovillage di piazza della Repubblica, Liotta, in dialogo con la curatrice di Pordenonelegge Valentina Gasparet, sarà fra i protagonisti di Geografie Festival nell’ultima giornata della manifestazione. Fra geografie reali e virtuali, spostarsi e vedere posti nuovi sembra davvero salvifico per il nostro umore e lo stato psicofisico: «una serie di studi ha preso in esame i benefici del distacco dai luoghi abituali – racconta Eliana Liotta - Nei lavoratori che vanno in ferie si sono notati miglioramenti dell’umore, riduzione dello stress e diminuzione della pressione arteriosa. E dal punto di vista psicologico andare lontano dalle cose e dalle persone cui si è legati aiuta a considerarle in una prospettiva nuova. In fondo è quella la nostalgia che ti fa amare casa …».

Il viaggio, insomma, non solo come metafora della vita, ma anche come risposta alla sua alienazione: «Non è un caso – osserva ancora l’autrice – che il tema sia ricorrente nei capolavori letterari, con le prove superate dal protagonista lungo il percorso e la nostalgia dell’origine (dal greco nóstos, ritorno, e álgos, dolore), la stessa che spingerà a tornare a Itaca Ulisse. Nel diciottesimo secolo, per sfuggire alla nube dell’umore cupo, gli inglesi erano mandati in viaggio al fianco di un letterato, spesso in Italia, piena di luce, a frequentare gallerie di dipinti classici e a visitare siti archeologici. La depressione individuale veniva dislocata, come se la bellezza dei paesaggi e la grandezza passata delle colonne spezzate potessero lenire la malinconia».

Nel gran finale di Geografie Festival oggi tante traiettorie per leggere la terra e indagare il nostro tempo: alle 15, sempre in piazza della Repubblica, appuntamento con lo scrittore Luigi Nacci e le sue Geografie “del viandante”. A pochi passi dal centro ecco “il selvatico”, il Carso, non corpo separato, ma parte integrante della città: labirinto di sassi, boscaglie, doline, foibe, trincee. La geografia dello spazio (ore 16.30) sarà affidata a Patrizia Caraveo, per guardare alla Luna che da sempre affascina gli abitanti della Terra. Delle nuove geografie editoriali, gli audiolibri, parleranno Sandra Furlan (ore 15.30) e uno dei più noti doppiatori italiani, Raffaele Farina, che alle 11 racconterà come si realizza la registrazione di un audiolibro, a partire dal Poirot di Agatha Christie. —



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