Elsa cerca nella nebbia le sue misteriose origini

Una nebbia fittissima che avvolge una foresta impenetrabile e ricca di insidie, dove nessuno può entrare né è mai più uscito. Un luogo da evitare, Arendelle, un tempo terra di prosperità e magia e che ora cela un mistero cui ruota il nuovo “Frozen 2”. Chris Buck e Jennifer Lee sono di nuovo in cabina di regia dopo il successo planetario del primo capitolo “Il regno di ghiaccio” che era liberamente ispirato alla fiaba di Hans Christian Andersen, e da lì ripartono per il nuovo plot, più cupo sin dall’incipit.

Pur felice di poter accettare i propri poteri e vivere finalmente serena con la sorella Anna, i loro amici e gli abitanti del regno, Elsa si sente inquieta. Mentre gli altri vivono la loro quotidianità nello splendido e rosseggiante paesaggio autunnale (novità visiva rispetto al prequel dove imperava un azzurro inferno di ghiaccio), la giovane continua a percepire un richiamo che nessun altro riesce a sentire. Perché nel profondo, infatti, non può fare a meno di chiedersi da dove provengano i suoi poteri. Il mistero la condurrà in un viaggio nel profondo di una terra inesplorata e misteriosa, dove i suoi poteri verranno messi alla prova: scoprirà la vita a cui era destinata ma così facendo rischierà di perdere tutto, compresa se stessa. Qualche complessità psicologica in più, tante canzoni – sette nuove di zecca scritte dagli autori di “Let It Go”/ “All’Alba Sorgerò” che vinse l’Oscar sei anni fa, nuove creature da tenerissime a spaventose, e un concetto, la memoria dell’acqua, interessante come chiave per svelare l’arcano. Il tutto in una confezione meno brillante e fluida dell’originale, modello naturalmente inarrivabile e praticamente impossibile da bissare. Ne erano consapevoli anche Buck e Lee, i quali hanno apportato sensibili variazioni anche nello stile, talvolta astratto e in alcuni momenti addirittura eccessivamente naive (Kristoff protagonista di una sequenza che ricorda i videoclip musicali degli anni’80 nel corso del brano “Perso quaggiù”) da risultare alla fine non troppo omogeneo. Rimangono i punti fermi che non deludono: la forza dei personaggi. Tra questi Olaf, in una nuova versione “più matura e più saggia” , in realtà sempre incontenibile nel suo entusiasmo: il suo frenetico riassunto mimato delle vicende del primo film concentrate in una manciata di secondi vale da solo il prezzo del biglietto. —

F.G.

Frozen 2–Il segreto di Arendelle

di Chris Buck e Jennifer Lee

voci di Serena Rossi e Serena Autieri



Riproduzione riservata © Il Piccolo