Fiat lux sul Giudizio Universale e salta fuori la Sistina nascosta

Il nuovo impianto di illuminazione con 7mila led consente di vedere i particolari del capolavoro di Michelangelo: autoritratti, firme, simboli, messaggi cifrati
Di Orazio La Rocca

di ORAZIO LA ROCCA

Autoritratti, firme, sigle; ritratti di personaggi minori, di committenti e di benefattori; criptomanie (firme nascoste realizzate attraverso simboli), messaggi cifrati, motti. Come dire, l'altra "faccia" della Cappella Sistina, quella che quasi nessuno vede perchè giustamente abbagliato dalla maestosità del Giudizio Universale; dal fascino delle storie della Genesi, della Creazione, di Adamo "svegliato" dal celeberrimo contatto con la mano di Dio; dall'albero del Bene e del Male con la cacciata dal Paradiso Terrestre di Adamo ed Eva; i Profeti, gli episodi della vita di Gesù Cristo. Immagini immortali affrescate da Michelangelo, da circa 500 anni ammirate ogni giorno da migliaia di visitatori, pellegrini, viandanti. Affreschi che ora si potranno vedere in tutto il loro originario splendore, grazie all'installazione di due nuovi impianti di ultimissima generazione in grado di migliorare la climatizzazione e l'illuminazione con 7 mila luci in Led -. Un intervento che "rende ancora più godibile la visita nella Sistina, ma che punta anche a preservare gli affreschi dalle polveri e dall'aria viziata prodotta dai visitatori", come ha spiegato il professor Antonio Paolucci, direttore dei Musei vaticani, presentando nei giorni scorsi l'iniziativa varata in occasione dei 450 anni dalla morte di Michelangelo e del ventennale della fine dei restauri della Cappella.

Ma le 7 mila luci Led non faranno mai vedere compiutamente anche l'"altra" Sistina. Inaugurata da papa Paolo III la sera della Festa di Ognissanti del 31 ottobre 1512, da 5 secoli la Cappella è sostanzialmente sinonimo di Michelangelo, anche se sulle sue pareti ci sono opere realizzate dai più grandi pittori del Rinascimento come Sandro Botticelli, Perugino, Domenico Bigordi del Ghirlandaio, Cosimo e Piero Rosselli, Pinturicchio, Luca Signorelli, ovvero i cosiddetti Quattrocentisti autori delle storie bibliche lungo le pareti laterali della Sistina. Storie arricchite da un buon numero di particolari "minori" che sfuggono al grande pubblico come, appunto, i ritratti di personaggi, le firme, le sigle e, persino, elementi dal significato religioso decisamente all'avanguardia. Artifizi pittorici a cui non sfugge, ovviamente, nemmeno Michelangelo. Ecco, quindi, il suo inquietante autoritratto nel Giudizio Universale seminascosto nella pelle scorticata di San Bartolomeo ai piedi del Cristo, che lo stesso Buonarroti spiegò con la famosa frase "già mi stanno scorticando vivo", riferendosi ai detrattori dei suoi affreschi. Tra i quali, uno dei più velenosi fu Biagio da Cesena, il cerimoniere di Paolo III, che Michelangelo, dopo averlo apostrofato con un eloquente "ma andasse a giudicare all'Inferno!", immortalò non a caso a destra, nella parte bassa del Giudizio Universale, tra i dannati in procinto di essere scaraventati negli Inferi, avvolto da un gigantesco serpente. Vera e propria vendetta dell'artista secondo quanto riportato nel libro "Itinerario pittorico dei Musei Vaticani" scritto dal professore brasiliano Deoclecio Redig De Campos, storico direttore dei Musei Vaticani degli anni Sessanta. Ma altri particolari "minori" del Giudizio Universale si trovano, in alto, nella danza degli angeli apteri (senza ali) che giocano con gli elementi della Passione, la croce e la colonna della flagellazione, per festeggiare la resurrezione di Gesù; come pure in basso a sinistra nel singolare sorriso di un teschio che - secondo le intenzioni dell'artista - forse era felice perchè Cristo con la resurrezione aveva sconfitto la morte.

"Nella grandezza della Sistina, questi particolari sono piccole cose che, benchè interessanti, possono sfuggire al visitatori - spiega il maestro Maurizio De Luca, ex restauratore capo dei Musei Vaticani - per questo durante le visite, oltre ad ammirare i grandi affreschi, bisogna saper guardare con attenzione anche i particolari, soffermarsi con calma sulle sfumature, con curiosità, senza farsi prendere dalla fretta. Purtroppo la distanza non aiuta". Il Perugino - dopo Michelangelo - è uno degli autori che ha lasciato più tracce. Nel Viaggio di Mosè in Egitto nella parte destra dell'affresco compare il suo autoritratto, un signore con cappuccio e vestito di rosso e lo sguardo fisso verso il visitatore. Ancora il Perugino compare con la sua firma a sinistra nel Battesimo di Cristo scoperta durante i restauri diretti dal maestro De Luca e, con la sigla in oro PS - che sta per Peruginus - lungo il bordo del mantello di Cristo nella Consegna delle Chiavi. In questo affresco il Perugino ha disegnato anche Giovanni De' Dolci (terz'ultimo personaggio a destra vestito di nero) e alla sua destra Baccio Pontelli, rispettivamente l'impresario e l'architetto della Cappella Sistina. L'autoritratto di Cosimo Rosselli compare invece nel Discorso della Montagna: è il secondo personaggio in alto, accanto a Fra' Diamante vestito col saio dei domenicani. Tra i nomi nascosti (criptomanie), campeggia la "firma" del Ghirlandaio: è un giovane biondo con in testa una corona di ghirlande nell'affresco de La Vocazione dei primi apostoli. Cosimo Rosselli lascia una sua personalissima traccia nell'affresco de La Consegna delle tavole della Legge e l'adorazione del vitello d'oro, dove ritrae nella parte bassa una ciotola con pittura rossa e pennello. Due i "segni" di Luca Signorelli nell'affresco Testamento e Morte di Mosè, con un suo autoritratto (a sinistra dell'opera, il secondo personaggio in piedi vestito con un ampio mantello giallo e blu). Ma anche una misteriosa frase in francese, "Tout a droit..." (Tutto a destra), un motto beneaugurante dell'epoca forse scritto da Luca Signorelli in segno di soddisfazione per l'affresco o forse come gesto di rispetto per Mosè che, pur morendo prima di arrivare alla Terra Promessa, guida il suo popolo nella giusta direzione. Altri segni e graffiti sono stati scoperti nella Cantoria in legno, lungo la parete destra guardando il Giudizio Universale: tra le firme rinvenute di molti cantori, c'è quella del maestro Joaquin De Près, cantore e noto compositore di musica sacra rinascimentale. Anche questa è la Cappella Sistina.

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