Filippo Timi a Live: «In scena dimentico la mia balbuzie»

Molte ricerche confermano che avere la possibilità di spiegare la propria patologia e capire le terapie aiuta il processo di guarigione. L’ascolto e una comunicazione vera tra medico e paziente sono fondamentali per calibrare bene il percorso terapeutico. Medici e psicologi ne spiegano i motivi nel nuovo numero di “Live”, il mensile del gruppo Gedi “per chi vuole stare bene secondo la scienza”, in uscita domani (in abbinamento col Piccolo a 0,50 euro in più). Come diceva Umberto Veronesi, e “Live” lo ricorda, «per curare qualcuno dobbiamo sapere chi è, per che cosa gioisce e soffre. Dobbiamo far parlare il paziente della sua vita, non dei suoi disturbi. Oggi le cure sono fatte con un manuale di cemento. Ma così non è curare».
«La tecnologia in campo medico ha fatto progressi importanti, ma da sola non risponde al bisogno fondamentale di capire ed essere capiti, di attribuire un significato a ciò che accade, dare continuità agli avvenimenti e metterli insieme - spiega a “Live” Fabio Lucidi, preside della facoltà di Medicina e Psicologia della Sapienza -. Un processo di cura passa attraverso la consapevolezza di ciò che sta accadendo. La diagnosi consiste non solo nel capire la patologia, ma coincide con la convinzione di medico e paziente, di essersi compresi».
E, sempre in linea con il tema “La parola che cura”, il mensile diretto da Daniela Minerva propone un’ intervista di Barbara Cangiano a Filippo Timi, 46enne attore umbro, ma anche poeta, pittore, romanziere che rivela: «Quando sono in scena dimentico la mia balbuzie». Bisogna trasformare le difficoltà «e usarle come un espediente – sottolinea Timi –. Invece che affrontarle come una mancanza, è il caso di guardarle come una particolarità. In questo modo non dico che si riescano a superare, perché esistono dei limiti oggettivi, ma sicuramente che si possano rielaborare. È una formazione di crescita a cui arrivi poco a poco e chiedendo aiuto. Poi scatta qualcosa in te che ti fa accettare per quello che sei. Come per la balbuzie, da quando ho accettato di averla, balbetto molto di meno».
La guida di “Live” è dedicata questo mese all’agopuntura: terapia basata sull’inserimento di aghi che fanno passare il dolore e curano diverse patologie, è la tecnica più nota e diffusa in occidente all’interno della medicina tradizionale cinese. Che recentemente ha ottenuto un riconoscimento importante: per la prima volta l’International Classification of Disease, il manuale di classificazione delle patologie voluto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, ha previsto un capitolo dedicato alla medicina tradizionale cinese, in cui le patologie sono descritte seguendo l’antica classificazione.
Altri servizi sono dedicati all’alimentazione, alla cura del corpo e alla tecnologia applicata alla medicina. —
Denis Artioli
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