“Framing Britney Spears” Autopsia di una pop star

Quasi in contiguità con “I Care A Lot”, dal 1 marzo arriva sulla piattaforma Discovery+ una docu-inchiesta di “The New York Times” già chiacchieratissima negli Stati Uniti, che ricostruisce il tortuoso percorso di vita della popstar Britney Spears. “Framing Britney Spears” è il titolo. Diventata star globale a soli sedici anni, Britney rimane vittima fin da subito del tritacarne del gossip, perseguitata dai paparazzi che le hanno reso la vita impossibile.
Dopo la separazione dal cantante Kevin Federline, col quale ha avuto due figli, iniziano le sue fragilità psicologiche: il giudice le toglie la custodia dei bambini, mentre la vicenda è seguita con spietata morbosità dalla stampa scandalistica. Britney crolla: il tribunale concede al padre la sua tutela legale, quindi l’uomo può gestire come crede non solo le enormi finanze della figlia, ma anche le sue questioni di salute. Sono passati quasi quindici anni e, nonostante la cantante abbia sempre dichiarato la sua contrarietà al provvedimento, il tribunale non ha cambiato idea. La questione si fa controversa: è tutela o è abuso? Britney è prigioniera nella bolla dorata della sua famiglia?
I fan, che si sono riuniti nel movimento #FreeBritney, sono convinti di sì. Più che la triste storia privata della popstar, ben raccontata attraverso decine di interviste (la famiglia, però, non ha voluto partecipare), a colpire nel documentario è la descrizione della feroce macchina del gossip e di un sistema legale inadeguato a gestire istanze borderline dove la sospetta incapacità mentale è legata a grossi interessi economici. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo