Giampaolo Coral, il compositore delle vie inesplorate nella musica

Il 17 febbraio di dieci anni fa lasciava il mondo terreno Giampaolo Coral, il compositore dell’enigma, l’«apolide culturale» come si definì, «che scrive per conoscere e trasformare il futuro». Triestino doc, intellettuale raffinato, pensatore e artista trasversale, tanto colto quanto sensibile e che tutto ha dato alla musica, anche attraverso le grandi passioni della letteratura e della pittura.
Una carriera quella di Giampaolo Coral (1944-2011) iniziata giovane come organista nella città natale, proseguita con il diploma in pianoforte al Conservatorio Benedetto Marcello di Venezia e presto nel mondo del teatro come maestro sostituto al Teatro Verdi di Trieste, consulente musicale al Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia e del Veneto. Altrettanto intensa, mossa da istinto e vocazione, la sua attività come direttore di coro, del Conservatorio Tartini di Trieste e del Tomat di Spilimbergo, oltre a trent’anni di docenza in esercitazioni corali al Conservatorio triestino. Tante le direzioni artistiche, dal Premio Musicale Città di Trieste a Trieste Contemporanea, fondatore nel 1987 dell’associazione Chromas e direttore artistico del Festival Trieste Prima, incontri internazionali con la musica contemporanea, ora alla sua 34° edizione e diretto dall’allievo, docente e fisarmonicista, Corrado Rojac.
Di eco internazionale la sua opera compositiva, l’essenza del vivere e sentire di Coral. Un corpus eterogeneo e composito che attrae per ricchezza e trasversalità, costruito e nutrito da tante esperienze estetiche vissute e cancellate per la composizione del nuovo. Dalla dodecafonia al post webernismo e oltre Cage, per entrare «nella caverna e cercare la materia prima, bruciando la mia biblioteca. Solo allora ho trovato quella verginità che è emozione, fonte principale della presa di coscienza, senza la quale non avviene alcuna trasformazione e neppure creazione», come lo stesso Coral ha dichiarato in un’intervista di Renzo Cresti.
Musica da camera, per orchestra, coro, opere teatrali, balletti, musiche di scena, composizioni per il teatro musicale radiofonico e innumerevoli premi, dal Premio Musicale città di Trieste del 1971 al Premio Internazionale di composizione musicale Edvard Grieg di Oslo del 2001, oltre al Malipiero di Treviso e vittorie in Ungheria, Spagna, Belgio, Germania, Slovenia, con prime esecuzioni realizzate dalle più importanti realtà orchestrali europee. Corposa e di significato anche la discografia, che comprende tra le tante pubblicazioni la serie “Raps”, i “Klavieralbum”, le “Variazioni”, brani corali, per ensemble, orchestra, lavori di forte ispirazione, anticonvenzionali e di grande attualità. «L’esigenza primaria e naturale per un compositore è proprio quella di uscire dalle convenzioni, da quanto già acquisito, dall’universo comune» ricorda Coral, ed è nel suo esempio, nella sua dedizione tesa a scoprire ciò che non si comprende attraverso strade non battute, che i giovani compositori di oggi possono trovare un faro luminoso per aprire nuove vie. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo