Gianfranco Rosi è già al lavoro per un docu-film su Lampedusa

ROMA. Dopo aver vinto a il Leone d'oro a Venezia per “Sacro Gra”, Gianfranco Rosi aveva pensato di stare fermo un anno, ma in realtà «non mi sono fermato neanche un giorno». Sia per la promozione...

ROMA. Dopo aver vinto a il Leone d'oro a Venezia per “Sacro Gra”, Gianfranco Rosi aveva pensato di stare fermo un anno, ma in realtà «non mi sono fermato neanche un giorno». Sia per la promozione internazionale del film («parto per la prima a New York») sia per il lavoro sul suo nuovo documentario, che realizzerà a Lampedusa. «Voglio raccontare le storie dell'isola e dei lampedusani, al di là dell'emergenza della tragedia, di cui però si sente la presenza, come un'eco». dice il regista parlando per la prima volta del film, che sarà prodotto da Rai Cinema, Luce Cinecittà, Avventurosa e in co-produzione con la Francia.

«Mi è sempre necessario vivere nella realtà che voglio raccontare, così a settembre mi trasferirò sull'isola. Dagli incontri che farò nascerà il film. Non posso mai dire quanto tempo ci vorrà» aggiunge sorridendo. Il titolo iniziale dato al progetto, 'Mare Nostrum', «era una provocazione. Mi sono reso conto che è deviante e sbagliato, quindi è da considerare assolutamente provvisorio. Anche perchè i titoli dei miei film sono l'ultima cosa che scelgo».

Il regista è arrivato per la prima volta sull'isola a inizio 2014 per l'invito di Luce Cinecittà a realizzare su Lampedusa un cortometraggio. «Ho capito subito che un corto non sarebbe bastato, serviva un film. Di Lampedusa ci sono arrivate tantissime immagini, ma pochissime storie, l'isola rischia di essere vista come un contenitore e i lampedusani come comparse».

Questo progetto «è una grande sfida. Ho sentito la responsabilità di non sottrarmi al racconto, anche perchè, appena arrivato sull'isola, mi è stata donata una pennetta usb piena di un materiale straordinario, che forse utilizzerò alla fine del film... per me è un punto d'arrivo».

Il cineasta scherza su un possibile titolo, “Area rossa”, ma poi chiarisce: «Quello è il nome di un punto dell'isola dove molto probabilmente girerò, ci sono legate tante storie».

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