Gli Ufo sono tra noi, ma nessuno ancora lo sa

Oggi alla Libreria Ubik Sabrina Pieragostini parla del libro-inchiesta che ha scritto con Pablo Ayo

Chissà chi lo sa, ma l’ufologia, lo studio degli oggetti volanti non identificati, è nata in Italia, nel 1933, durante il fascismo. Stando a una serie di documenti divulgati da un misterioso Mister X nel 1996, prima della Seconda guerra mondiale l’Università La Sapienza di Roma istituì un gruppo di studio - denominato Gabinetto RS/33 - che rispondeva direttamente al duce, Benito Mussolini, nonché a Italo Balbo e a Galeazzo Ciano per tutto ciò che riguardava l’avvistamento di «quegli strani oggetti che apparivano ogni tanto in cielo». Oggetti che si pensava fossero apparecchi-spia, anche se «l’ipotesi extraterrestre no venne affatto esclusa». La notizia è una delle più gustose fra quelle raccolte da Pablo Ayo e Sabrina Pieragostini nel loro libro “Inchiesta Ufo” (Mursia, pagg. 414, Euro 20,00), ovvero “Quello che i governi non dicono” a proposito delle visite terrestri degli extraterrestri. I libro viene presentato oggi, alle 18, alla libreria Ubik in Galleria Tergesteo a Trieste, dalla giornalista Micol Brusaferro assieme a Sabrina Pieragostini. Il saggio nasce come spin off della trasmissione “Mistero” di Italia 1, con la quale entrambi gli autori collaborano, ed è una summa tutti i principali avvistamenti Ufo dai primi del Novecento in poi, con particolare riguardo per le testimonianze di personaggi autorevoli: astronauti, piloti militari e civili di aerei, uomini politici ecc. Con, alla base, una tesi esplicita: i governi sanno, hanno le prove non solo dell’esistenza degli extraterrestri ma anche dei rapporti che gli umani da tempo intrattengono con loro. Anzi, a voler essere precisi, secondo gli autori nemmeno i governi sono al corrente di tutto: «Si potrebbe dunque ipotizzare - scrivono in chiusura Ayo e Pieragostini - che a gestire la questione Ufo/Et sia un’élite esclusiva, un comitato ristretto nel quale sono confluiti negli anni pochi elementi selezionati, tutti di spicco, provenienti dai settori più direttamente interessati (Scienza, Industria, Difesa, Intelligence) (...)». Siamo al più sfrenato complottismo, o in piena fantascienza, resa più godibile dalla mole di citazioni, testimonianze e documenti (nessuno dei quali risolutivo, va da sè) di cui sono infarcite le pagine del libro. La cui conclusione è che se a dispetto di tanti “avvistamenti” ancora non c’è uno straccio di prova provata non solo sull’esistenza o meno di altre civiltà nello spazio, quanto piuttosto sui rapporti fra intelligenze terrestri ed extra, è perché non siamo ancora pronti: «Lo choc culturale ed emotivo di quella scoperta - non siamo soli nell’universo, anzi, i nostri vicini di casa cosmici stanno bussando alla porta - avrebbe un effetto traumatico per il pianeta».

Ma va? Con tutti i traumi e gli choc che infliggiamo ogni giorno a noi e al nostro pianeta - dai disastri ambientali al terrorismo ai milioni di migranti - davvero sarebbe uno choc fare due chiacchiere con un extraterrestre? Come sempre in questi casi, il libro non scioglie il dubbio per cui se ancora non sappiamo nulla di certo sugli Ufo, è perché in definitiva c’ è poco o nulla da sapere. (p.s.)

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