Grado, Ornella Vanoni canta la sua anima libera

GRADO È un interesse antico quello di Ornella Vanoni per jazz e bossa nova. Peraltro, è un interesse ancora molto presente: "Free Soul", che al mondo di jazz e bossa nova deve molto, rappresenta l'ultimo spettacolo della cantante. Che lo presenterà stasera, alle 21.30, alla Diga Nazario Sauro, quale evento inaugurale della nona edizione di Grado Festival Ospiti d'autore.
Gli ultimi biglietti saranno in vendita alla cassa dalle 19. Gli altri appuntamenti della rassegna, sempre in luglio, saranno l'11 con Luca Carboni, il 16 con Ian Anderson e il 20 con Steve Hackett. Ma a Grado troveremo la signora Vanoni anche in una veste inedita. Alle 18 di domani (mercoledì), infatti, sarà protagonista, con Pino Roveredo, di un altro appuntamento: sotto il Velarium della spiaggia Git, presenterà, in una conversazione con lui, l'ultima fatica dello scrittore: "Mastica e sputa", nel primo appuntamento della 26° edizione di "Libri e Autori a Grado".
«Penso che Pino Roveredo sia la penna più profonda e toccante del nostro panorama letterario - afferma Ornella -. Il suo modo di scrivere è coinvolgente e appassionante. Sono felice di conoscerlo e di sentirlo frequentemente. È una persona arricchente e gli voglio molto bene».
Al di là di Roveredo, lei è molto legata a Trieste e alla nostra regione... «La piazza di Trieste è la più bella del mondo. Lì ci sono i miei primi ricordi più belli anche perché Strehler mi ci ha portato spesso».
Veniamo a "Free Soul". In cosa consiste? «Ornella Free Soul è una Ornella libera. Mai come in questi ultimi anni mi sono sentita così libera. Ci è voluto moltissimo per conquistare questo stato d'animo ma finalmente ci sono riuscita. Ora è bellissimo salire sul palco, non ho più la paura di un tempo. Strehler me l'aveva detto: "Tu non hai i nervi per il palcoscenico". Ho sofferto tanto, speravo che arrivasse un'invasione di cavallette un attimo prima dell'apertura del sipario. Oggi non vedo l'ora di cantare al mio pubblico, accompagnata dal mio trio fantastico: Roberto Cipelli al piano, Bebo Ferra alla chitarra e Piero Salvatori al violoncello. Sono tutti e tre musicisti conosciuti nell'ambito jazz e per me è un onore stare sul palco con loro».
Quando è nato il suo interesse per il jazz? «Nel 1986 uscì il disco "Ornella &", dove ero accompagnata dai più grandi jazzisti americani. Per citarne alcuni, Gil Evans, Herbie Hancock, Ron Carter, George Benson. Mi mancava un trombettista poiché non ho fatto in tempo a lavorare con Chet Baker nonostante lo amassi alla follia. Un giorno lessi un trafiletto piccolo sul Corriere della Sera: "questa sera a teatro emergenti jazzisti con una nuova tromba". Andai incuriosita e sentii per la prima volta Paolo Fresu. Il suo suono mi prese il cuore. Da allora è il mio riferimento nel jazz».
Da ascoltatrice, chi sono i suoi artisti di riferimento? «Quando ascolto jazz, ascolto proprio il mio amico Fresu (il suo quintetto e il suo quartetto) e poi i classici. Billie Holiday è la mia preferita».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo