I dieci piccoli indiani della Christie un thriller che non invecchia mai

Da stasera a domenica al Rossetti lo spettacolo del regista spagnolo Reguant nel cast Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Ivana Monti, Leonardo Sbragia



“Dieci piccoli indiani”… e dieci ottimi professionisti della scena italiana. Giulia Morgani, Tommaso Minniti, Caterina Misasi, Pietro Bontempo, Leonardo Sbragia, Silvano Piccardi, Ivana Monti, Carlo Simoni, Alarico Salaroli, Giancarlo Ratti compongono infatti un cast straordinario – che unisce attori di varie generazioni e background artistici differenti in un amalgama perfetto – per lo spettacolo firmato dal regista spagnolo Ricard Reguant.

“Dieci piccoli indiani… e non rimase nessuno” di Agatha Christie arriva al Politeama Rossetti da oggi al 7 aprile.Reduce da un deciso successo con il medesimo titolo a Madrid e Barcellona, Reguant ha costruito lo spettacolo con grande meticolosità, curando che i personaggi fossero tutti ben caratterizzati e delineati nelle loro profondità interiori e scegliendo per l’ambientazione le suggestioni dell’Art-Decò, con una scenografia bianca e nera di notevole impatto visivo. In questo modo si restituisce l’edizione teatrale all’epoca in cui il romanzo fu scritto: l’autrice inglese infatti lo concepì nel 1936, la pubblicazione avvenne nel 1939. Il titolo “Ten Little Niggers” (Dieci negretti), richiama il primo verso della filastrocca che ritorna spesso nelle pagine, tratto da una canzone americana di metà ’800, firmata da Septimus Winner e intitolata poi “Ten Little Indians”. L’anno successivo, si rese necessario modificare anche il titolo del libro in occasione dell’uscita negli Stati Uniti, per evitare di offendere la sensibilità dei cittadini di colore, e si scelse come nuovo titolo l'ultimo verso della filastrocca, “And Then There Were None”. Così il romanzo fu pubblicato anche in Italia, ma negli anni ’70 si impose definitivamente “Dieci piccoli indiani”.

Proprio per gli echi dell’imminente seconda guerra mondiale, questo romanzo è il più cupo nella produzione di Agatha Christie: ma proprio grazie a tale sentimento la narrazione risulta intessuta d’intrigo e da una suspense che trova il suo apice in un finale tra i più spiazzanti mai scritti e lascia il lettore con il fiato sospeso fino all’ultima riga. Anche il cadenzare gli assassinii con la filastrocca acuisce il pathos, lasciandolo sospeso fra poetica regressione infantile e inquietante surrealtà.

Il celebre plot vuole che dieci sconosciuti, con diversi pretesti siano invitati su una bellissima isola. Arrivati nelle camere, trovano affisse agli specchi la poesia "Dieci piccoli indiani". La filastrocca parla di come muoiano, uno dopo l'altro, tutti i piccoli indiani. E come loro, anche gli ospiti sull’isola solitaria iniziano misteriosamente a morire: il terrore serpeggia fra gli invitati, che si accusano a vicenda fino ad arrivare alla scioccante conclusione che l'assassino sia uno di loro.

Fin dal primo applaudito adattamento teatrale, firmato dalla stessa Christie e replicato nel 1943 a Broadway per 426 volte, il finale messo in scena non è stato mai quello originale del romanzo: si cercò infatti di addolcirlo per non pesare sugli spettatori già provati dai dolori della guerra. Oggi però in accordo con la Aghata Christie Limited, la compagnia proporrà la conclusione mozzafiato del libro.

Per approfondire, lo Stabile propone domani, alle 18 a ingresso libero alla Sala Bartoli, un incontro condotto dal direttore della British School Fvg, Peter Brown, a cui prenderanno parte gli attori.

Venerdì alle 17.30 la conferenza sarà tenuta in inglese. Per ogni informazione: tel. 040-3593511. —



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