I disegni del Tiepolo a Roma metà della mostra è triestina

Ai Musei Capitolini si apre venerdì l’esposizione dedicata al pittore e ai due figli Un nucleo di opere appartiene alla collezione Sartorio, tra le più importanti al mondo
Di Franca Marri

Con l'esposizione di quarantaquattro disegni prestati dai Civici Musei di Storia ed Arte di Trieste si apre venerdì, nella prestigiosa sede dei Musei Capitolini di Roma, la mostra "Giambattista, Giandomenico e Lorenzo Tiepolo: i colori del disegno". Curata da Giorgio Marini, vicedirettore del Gabinetto Disegni e Stampe degli Uffizi e dai ricercatori veneziani Massimo Favilla e Ruggero Rugolo, la rassegna propone complessivamente novanta disegni scelti nell'intento di raccontare il percorso seguito dall'artista dalla prima intuizione alle successive trasformazioni, per arrivare alla realizzazione del disegno pittorico.

«L'impressionante quantità e varietà dei disegni di Tiepolo - affermano i curatori - si staglia come il più grande monumento della grafica settecentesca». A Giambattista Tiepolo infatti si attribuiscono oltre duemila opere grafiche che testimoniano la sua inesauribile vena creativa e la vasta gamma dei suoi registri espressivi. Tra le più importanti collezioni al mondo di disegni del Tiepolo c'è quella costituita dal barone Giuseppe Sartorio nel 1893. «Fu l'acquisto più fortunato della sua vita - scrive Maria Masau Dan nel catalogo -. Infatti per soli 1000 fiorini riuscì a convincere lo scultore Stefano Conti che aveva trovato da un mercante, Giuseppe Zanolla, una cassa piena di carte proveniente dall'Istria appartenuta all'incisore bassanese Antonio Viviani, a cedergli i disegni che ne erano emersi, facilmente identificati da Conti come opere di Tiepolo, mentre il venditore non ne aveva colto il valore».

Donata al Comune di Trieste nel 1910, la collezione conta ben 254 fogli di cui 25 disegnati su entrambi i lati. I soggetti riguardano temi sacri, storici o mitologici; abbozzi di singole figure, allegorie, caricature, studi di alberi, cani o vasi. «La selezione attuata dai curatori è stata molto attenta - ci dice Masau Dan - e ciò che mi ha convinta a un prestito così importante è il nuovo punto di vista che sta alla base di questa mostra, frutto di un lavoro condotto su materiali alternativi, sicuramente meno studiati e meno noti rispetto a quelli proposti in occasione delle più recenti mostre dedicate al Tiepolo».

«La tesi della mostra - rileva Giorgio Marini - è la declinazione tecnico stilistica delle varie tipologie grafiche in funzione dell'uso. Della collezione Sartorio abbiamo scelto i disegni più significativi per cromia e complessità grafica. Partendo da questo nucleo principale abbiamo quindi messo a confronto altri disegni provenienti da fondazioni fiorentine e veneziane». A Roma, fino al 18 gennaio, si potranno ammirare anche alcune acqueforti, una selezione di dipinti, le opere dei figli Giandomenico e Lorenzo.

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