TRIESTE «”Giorni Vuoti” è il ritratto di una generazione di mezzo che non reagisce, non combatte, non si scontra. Perché non lo sa fare. Una generazione cui è stato insegnato che, se annuisci e sopporti, alla fine ci sarà un posto per tutti, in attesa di un futuro che, forse, non può e che spesso non sa costruire, che le è stato promesso ma che nessuno le sta davvero offrendo». Questo e molto altro è “Giorni Vuoti”, ep di debutto di indie elettronica a nome Caspio, dietro cui si cela il musicista triestino Giorgio Di Gregorio. Oggi «scrive, compone e suona nel suo studio al sesto piano di un palazzo austroungarico al centro di Trieste».
Batterista autodidatta, chitarrista, bassista, appassionato di sintetizzatori: ogni cosa che tocca diventa musica, ecco perché dopo un’esperienza in una band apprezzata come i Free Strangers’ Society (con loro aveva realizzato un cd registrato da Alberto Bravin - il triestino oggi nella Pfm) a cui sono seguiti sei anni di pausa, ha deciso di tornare sulle scene facendo tutto da sé. «Ho scelto il nome Caspio perché per me la musica è viaggio, mi piaceva l’idea di un luogo molto lontano e il lago più grande del mondo (o “mare chiuso”) mi richiamava l’acqua, e quindi la mia città».
«Caspio lavora e produce vicino al mare. E questo aiuta un sacco»: si legge nelle sue note biografiche. La Trieste a cui è legato e che emerge nelle canzoni «Non è quella carnevalesca, del viva l’A e po’ bon – spiega –. Mi toccano di più il panorama che vedo tornando a casa dal lavoro in Costiera, il mare, la solitudine, una giornata di bora in cui in strada non c’è nessuno».
“Giorni Vuoti”, è stato co-prodotto con Cristiano Norbedo, producer dei Logan, Ops, Parsifal e collaboratore di Elisa, Marco Mengoni, Alessandra Amoroso, Francesca Michielin, Paola & Chiara, mentre Francesco Marzona del Birdland Studio di Gorizia ha curato il mastering. «Ho coinvolto marginalmente il mio ex chitarrista Stefano Hauser – precisa il songwriter - per il resto ho suonato tutto io». È il racconto elettronico di una generazione che aspetta costantemente che qualcosa cambi, si sviluppa in 5 canzoni con testi in italiano (influenze da Paolo Benvegnù a Coez e i Subsonica), ogni brano è legato da un filo tematico che conduce l’intero lavoro: «È un concept – precisa Caspio – tutto è intrecciato in un ordine preciso, c’è oscurità ma alla fine lascio un po’ di speranza; per uscire dalla dinamica sociale e da questa spirale abitudinaria si deve smettere di illudersi, di farsi comprare da promesse e da cose che non hanno davvero valore, di aspettare il futuro in regalo, perché solo alzando la testa, guardando in avanti e mettendosi a gridare, questa generazione ce la farà».
Del singolo “Fingere” è uscito anche un videoclip «Mi hanno aiutato un po’ di amici - conclude - Francesco Scarcia per l’idea, la protagonista è Fosca Pozzar, le riprese di Alessio Marzolino Lainen. Per ora non ho pianificato di portare l’ep dal vivo, aspetto di avere più materiale da mettere in scaletta». —