I Maneskin si autocensurano per partecipare all’Eurovision

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«Non siamo i Led Zeppelin, ma ci devi arrivare a essere i Led Zeppelin, dateci il tempo. Noi nel frattempo dormiamo sereni». I Maneskin continuano ad andare dritti per la loro strada. Critiche, attacchi e cattiverie gratuite non sembrano scalfire la loro corazza da duri del rock. Anzi, loro rispondono a colpi di musica. Prima con Zitti e Buoni sono andati a prendersi il festival di Sanremo, ora con il nuovo album, in uscita il 19 marzo, Teatro d'ira - Vol.I, «abbiamo catalizzato la nostra rabbia trasformandola in qualcosa di positivo, che porta a cambiare le cose contro gli stereotipi. La nostra rivoluzione. Per tutti quelli che in passato ci hanno detto: dove pensate di andare? che fate? Per tutti i limiti che hanno provato a imporci». Un limite però, Damiano, Victoria, Ethan e Thomas, hanno dovuto accettarlo, quello imposto dal puritano regolamento dell'Eurovision Song Contest, al quale parteciperanno in virtù della vittoria al festival, che non prevede parolacce nei testi, pena la squalifica (e in Zitti e Buoni, già disco d'oro con 18 milioni di streaming, ce ne sono un paio). Dunque per essere a Rotterdam, a maggio, la band romana ha dovuto autocensurarsi (e tagliare qua e là per far rientrare il brano nella durata di 3 minuti). «Siamo ribelli, mica scemi - sintetizza con un sorriso Damiano, il frontman del gruppo -. Non ci ha fatto piacere dover cambiare il testo, ma c'è un discorso di buon senso. Noi rimaniamo quello che siamo». E provano a dimostrarlo nel nuovo disco, che esce a due anni dal debutto con Il ballo della vita (doppio disco di platino), primo capitolo di un progetto che si svilupperà nel corso dell'anno. L'album, tra inglese e italiano, è registrato in presa diretta al Mulino Recording Studio di Acquapendente, «tutto analogico, crudo nei suoni e nei testi, contemporaneo, senza esserci dati limiti e con gli strumenti che vengono fuori» con l'idea di ricreare la dimensione live e di rimandare l'immagine «di ciò che siamo oggi. Da quando abbiamo cominciato a suonare per strada a Roma a oggi, passando per i tanti concerti che abbiamo fatto in Italia e all'estero. Nasciamo live, viviamo live e probabilmente moriremo live». Tra i brani del disco, oltre a Vent'anni che ha anticipato il lavoro, e al brano vincitore a Sanremo, ci sono In Nome del Padre, e la bella Coraline. —

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