I Papu, meglio ridere che prendersi sul serio

«Siamo davvero commossi. Deve esserci stata, forse, una comunicazione errata - scherzano i Papu, al secolo Andrea Appi e Ramiro Besa -, ma c’è davvero sempre tantissima gente. Anche oltre la capienza, quando fa bel tempo». Nella location, straordinariamente bella, del parco del Castello di Torre con il Museo archeologico, non lontano da Pordenone, il pubblico si stringe con affetto intorno ai due campioni di comicità in un prolungato abbraccio, che dura ogni sera per tutto il mese di luglio.
Il gran finale della maratona teatrale con tutti i loro spettacoli (e non solo), organizzata per i 25 anni di attività artistica trascorsi insieme nei teatri e nelle piazze, sarà un “festone” conclusivo in calendario per il 31 luglio. Il menù è ancora in fieri, ma gli ingredienti sono già “in cucina”. «Musica, teatro, poesia - annuncia Ramiro - e alla fine, chissà, forse pasta e fasioi per tutti».
Anche il gusto è stato protagonista di questo mese di celebrazioni anticelebrative, giocate sempre con intelligenza, nel segno dell’ironia. «Alla festa, infatti, vorremmo invitare le tante aziende che hanno accompagnato il percorso mettendo a disposizione i loro prodotti enogastronomici», spiega Andrea. I due stanno lavorando tantissimo, ma «quando ci si diverte, e noi abbiamo questo privilegio - dicono - la fatica si sente molto meno». Per loro è stato anche un mese di incontri e rimpatriate importanti: con Diego Abatantuono (a cura di Cinemazero), sul tema del cinema, con Giancarlo Ratti della trasmissione radiofonica “Il ruggito del coniglio” (a cura del Teatro Verdi), sul teatro, con Alberto Patrucco (a cura di Pordenonelegge) sulla comicità. «Abatantuono è un vulcano che si fa apprezzare per la sua schiettezza e umiltà - commenta Andrea. - Ratti è altrettanto fantastico: un vero attore classico, ma capace di essere anche goliardico. Patrucco è corrosivo e irresistibile». Ottimo bilancio, insomma. «E poi siamo felici che tutte queste realtà culturali di spicco e di tradizione come il Verdi, Cinemazero e Pordenonelegge - spiega Ramiro - ci abbiamo aiutato e sostenuto, contribuendo alla migliore riuscita di questo viaggio. Quando lo abbiamo immaginato, lo scorso inverno - confessa -, non ci saremmo mai aspettati una collaborazione così corale e affettuosa, anche da parte di Comune, ufficio Cultura, Provincia, Regione».
Un’esperienza così «ti carica e prosegui con entusiasmo», chiosa Andrea. In arrivo, adesso, gli ultimi spettacoli: le più recenti produzioni di gruppo, “Il giovine Frankenstein” (dal 24 luglio), tratto dal “Frankestein Junior” di Mel Brooks, interpretato dal duo assieme al Teatro a la Coque (“Siamo in scena in 8 con un musico”) e “Vintage” (dal 19 luglio) con i Camerieri Italiani e il nuovissimo “Fratelli Unici” (dal 29 luglio). Ramiro si sofferma volentieri su “Vintage”. «È un percorso in bianco e nero nella comicità italiana in bianco e nero - annota - tra musica e schetch. Da Tognazzi a Vianello, da Walter Chiari a Dario Fo, passando anche per il triestino Angelo Cecchelin, con la sua azzeccatissima ‘La vita xe un bidon”».
I Papu che cosa immaginano il pubblico possa portarsi a casa dopo un mese di full immersion nella comicità? «La dimensione del sorriso, che ti permette di affrontare le cose della vita con un altro spirito - rispondono -: l’autoironia è la cosa migliore, invece è pieno di gente che si prende sul serio».
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo