I personaggi dei libri diventano amici sui social

TRIESTE. Che effetto ci farebbe conversare con Anna Karenina o con il signor Darcy? Insomma cosa ci aspetteremmo dai nostri eroi letterari se fuggissero dalla carta per poter avviare con noi una conversazione in chat? In facebook o via email? È una cosa che si sono chiesti, per esempio, gli sceneggiatori di celebri fiction americane come "The Walking Dead", tanto da creare delle vere e proprie identità virtuali dei protagonisti tramite internet. Un'operazione realizzata per le fiction tv, ma nulla del genere è mai avvenuto in letteratura. Cristiana dalla Zonca, autrice Giunti ma anche self-publishing con il suo e-book "A tempo di donna", ha invece le idee chiare sulla faccenda: «L'e-book è un libro come gli altri, ma è innegabile che la sua natura sia diversa rispetto alla produzione su carta tradizionale. Pertanto anche la sua comunicazione deve avvenire in modo alternativo». Senza dubbio alternativa è la diffusione del suo romanzo in rete. Il libro infatti prevede un ecosistema digitale che permetta ai lettori di entrare in contatto con alcune delle protagoniste attraverso i social network. Il tutto è rintracciabile nel sito creato per l'occasione www.tempodonna.it. Sia chiaro che il romanzo non parla del web e dei suoi effetti, bensì di alcune donne e del loro rapporto con il tempo. «Il plot include quattro protagoniste con esperienze personali diverse e che a seconda del momento che si trovano a vivere scoprono un tempo che ha una dimensione differente», dice la scrittrice.
Quindi è la cadenza temporale a muovere la dinamica delle storie…
«Sì, c'è un tempo della vita e un tempo della morte, un tempo di attesa e un tempo in cui capisci che non riuscirai a esaurire tutte le tue aspettative, fino a un tempo che non c'è, come quello di Anna, la teen-ager, a 17 anni ci sembra che tutto sia possibile e che il tempo sia infinito. Gli altri personaggi invece hanno a che fare con questioni più complesse».
Quali?
«Per esempio la violenza sulle donne e il carcere femminile, due temi che sono rappresentati da Maria Rosa. Un altro argomento proposto dal libro è il coraggio di affrontare una malattia terminale o la responsabilità di una gravidanza».
La novità di questo romanzo, una volta terminato il libro, è la possibilità di poter comunicare con i protagonisti. Ce lo spiega?
«Volevo provare a sperimentare la potenza della rete. Amo molto il libro cartaceo, ma sono fermamente convinta del vantaggio che ci dà un kindle, un tablet o uno smartphone. Questi nuovi strumenti, benché combattuti dal lettore tradizionale, anziché allontanarci dalla lettura ci stanno riavvicinando ed è un fenomeno destinato a crescere. È vero che leggiamo meno giornali, ma consumiamo talmente tante notizie in Internet che alla fine leggiamo il doppio».
Quindi in questa prospettiva le sue protagoniste saranno attive in rete?
«Sì, ognuna avrà un account, le donne del mio libro hanno problemi ed età diverse quindi abbiamo scelto una differente possibilità di comunicazione, dalla mail a Instagram a whatsapp. I lettori che decideranno di mettersi in contatto, potranno discutere con loro a proposito delle questioni che emergono dalla narrazione».
Non crede che una storia letteraria debba stare dentro un libro e una volta fuori diventi qualcosa di diverso?
«È solo una questione di scelte. Se il lettore vuole conservare la storia così com'è, mantenendola dentro le pagine, non procede alla possibilità del contatto con i suoi protagonisti».
La possibilità di questa operazione come nasce?
«Mettendo insieme una digital pr che viene da Yahoo, Claudia Ronchi, poi i ragazzi del creative network Ideo e Carin Marzaro, l'illustratrice della copertina. Questo è il team di lavoro con cui ho ideato questo esperimento, finora inedito in letteratura. Abbiamo deciso di far vivere i personaggi oltre il libro. In fondo tutti quelli che hanno visto "Via col vento" sarebbero curiosissimi di sapere che è successo il giorno dopo a Rossella O'Hara. Oggi è possibile farlo».
Con quali specifici strumenti virtuali?
«Targhettizzando i social network. Mettendosi in contatto tramite whatsapp con la mia protagonista più giovane per esempio, è possibile scaricare anche la sua playlist su spotyfi. Con la donna carcerata si può iniziare una corrispondenza via email e per la donna incinta ci sarà invece Instagram. Insomma rendiamo vivi questi personaggi di carta».
Tornando alla letteratura, queste quattro donne, nella pagina, cosa evocano?
«Tutte quattro vogliono trasmettere il tema del passaggio del tempo e in parallelo ognuna apre tematiche molto forti: la violenza sulle donne e come vivono le donne in carcere, quest'ultimo è un argomento di cui si parla poco. Oltre a ciò c'è il tema di come si affronta una malattia terminale, sia dal punto di vista personale, sia dalla prospettiva di chi ti sta accanto. Un'altra questione è la responsabilità della gravidanza, in un'epoca in cui nessuno ha più voglia di fare figli. Penso che in molti vogliano confrontarsi su questi contenuti, mentre la ragazzina rappresenta l'adolescenza, una sorta di ventata d'ossigeno in mezzo a vicende piuttosto complesse».
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