Ictp, la scienza del mondo si confronta a Trieste

TRIESTE. Nel futuro dell'energia c'è forse ancora spazio per il nucleare, ma «l'energia solare è l'unica soluzione definitiva». Lo ha detto il premio Nobel per la fisica David Gross, a margine delle celebrazioni per i 50 anni dell'International centre for theoretical phisics (Ictp) dell'Unesco. «C'è un futuro per il nucleare anche se l'uranio è ormai poco - ha detto Gross - ma è pulito ed è una parte importante dell'intero piano strategico energetico». Secondo il Nobel statunitense, «il gas naturale e lo shale-gas sono sicuramente più puliti del carbone, ma inquinano ancora e sono dunque sono un sorta di transizione verso l'energia solare che è l'unica soluzione definitiva». Gross è uno dei tre Premi Nobel arrivati a Trieste per celebrare i cinquant’anni di un centro di eccellenza che «abbraccia l’arena mondiale a beneficio del progresso scientifico e tecnologico globale». Sono parole del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, contenute nel messaggio inviato a Fernando Quevedo, direttore dell’Ictp, in occasione della cerimonia inaugurale del cinquantenario, cerimonia che si è svolta ieri mattina nel campus di Miramare.
Emozionato, il fisico guatemalteco ha accolto, in un’aula magna piena fino all’orlo, gli oltre 250 ospiti, tra cui il sottosegretario agli Esteri Mario Giro e il principe di Giordania El Hassan bin Talal che hanno sottolineato l’importanza dell’Ictp, in quanto piattaforma di lancio per ricercatori in ogni angolo del mondo, in grado di superare barriere culturali e confini fisici, grazie al linguaggio universale della scienza.
Irina Bokova, direttrice generale dell’Unesco che, insieme all’Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica e al Governo italiano, finanzia l’Ictp, lo ha definito «la nostra nave ammiraglia sul fronte della scienza, un hub per la collaborazione a vantaggio dell’umanità, dove scienziati del sud e del nord, dell’est e dell’ovest uniscono le forze a vantaggio di tutti».
E in effetti, «il Centro Internazionale di Fisica Teorica è un centro di eccellenza unico al mondo nel promuovere la cooperazione internazionale, in particolare tra i Paesi in via di sviluppo, contribuendo così ad arrestare la fuga dei cervelli e lo spreco di talenti. Perché la scienza può contribuire e accelerare lo sviluppo socioeconomico anche nelle aree più svantaggiate del pianeta» ha aggiunto Paul Kagame, presidente del Ruanda, dove l’Ictp sta per realizzare, sulla scia di quanto fatto in Messico, Brasile e Turchia, una sede distaccata, che possa diventare punto di riferimento scientifico e tecnologico per tutta l’Africa meridionale. «Il Ruanda è pronto a crescere nella ricerca scientifica e, sul piano economico, sta puntando molto sullo sviluppo sostenibile», ha detto il presidente Kagame, ricordando come i programmi di sviluppo rientrano nella fase avviata dopo la fine del genocidio nel 1994, tesa «a garantire lo sviluppo socioeconomico del Paese parallelamente al processo di pacificazione e riconciliazione».
«L’Ictp – ha poi affermato David Gross, Nobel per la fisica nel 2004 – ha iniziato 50 anni fa a promuovere lo sviluppo scientifico in tutto il mondo e a favorire la cooperazione tra i Paesi, compresi quelli che allora erano in guerra. E oggi prosegue con ancora più successo la sua missione: aiutare i Paesi in via di sviluppo a partecipare alla grande impresa scientifica». In sostanza, secondo Gross, è un modello di successo, un centro di eccellenza necessario per lo sviluppo della scienza a livello mondiale e lo sviluppo dell’umanità. «Soprattutto dopo il Nobel - ha aggiunto - ho avuto l’opportunità di viaggiare moltissimo e ovunque ho conosciuto colleghi che hanno iniziato la loro carriera qui. L’Ictp, infatti, ha avuto un impatto importante sulla vita di decine di migliaia di scienziati in tutto il mondo. E l’Italia dovrebbe essere molto orgogliosa di quello che ha sul suo territorio nazionale».
Fondato nel 1964 dal fisico pachistano Abdus Salam (Nobel per la fisica nel 1979) e dal fisico di Lussino Paolo Budinich, il Centro di Miramare è stato in fondo il primo tassello del cosiddetto Sistema Trieste che ora pone il capoluogo giuliano al centro della mappa della grande scienza mondiale e «le conferisce» ha sottolineato Maria Teresa Bassa Poropat «una vocazione internazionale», quale «porto delle idee e della conoscenza» ha chiosato Roberto Cosolini.
«E in fondo – ha aggiunto la prefetto di Trieste Francesca Garufi – se oggi Trieste può vantare la più alta concentrazione in Italia di ricercatori e istituzioni scientifiche lo deve proprio a Budinich e Salam». Merito che anche Debora Serrachiani ha ribadito ricordando come «l'Ictp si inserisca in un contesto regionale che, nel campo scientifico, si presenta unico a livello mondiale». «Oggi celebriamo i nostri primi 50 anni – ha sottolineato Quevedo – guardando al futuro, pronti ad affrontare le sfide che ci attendono: consolidare i programmi di formazione e di ricerca avviati negli ultimi anni, incoraggiare più donne a intraprendere la carriera scientifica e costruire nuove importanti alleanze per stabilire sedi distaccate a servizio delle comunità locali». Nella convinzione, condivisa da tutti i partecipanti, anche dal sottosegretario agli Esteri Mario Giro, che «non c’è futuro senza scienza, e qui a Trieste lo state costruendo».
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