Il calcio degli uomini salvato dalle donne

La commedia francese ha un talento peculiare nell’unire la levità del tono a temi importanti, come la disabilità in “Quasi amici”, le difficoltà relazionali in “Emotivi anonimi”, il supporto ai genitori sordomuti in “La famiglia Bélier”.
In “Regine del campo”, il regista Mohamed Hamidi sceglie di occuparsi della parità di genere, sul campo più maschile di sempre: quello da calcio. Dopo una rissa, i giocatori di una piccola squadra locale vengono sospesi.
Per scongiurare la retrocessione, la figlia dell’allenatore Marco (Kad Merad, già protagonista di “Giù al Nord”, divo del cinema brillante d’Oltralpe), decide di proporre una squadra tutta al femminile. La dirigenza si inalbera ma il pregiudizio di genere viene momentaneamente superato, e Marco cerca su internet le migliori giocatrici della zona formando una squadra che mescola esperienze, vite e classi sociali diverse.
L’impegno sul campo scombussola l’esistenza di tutte: Stéphanie ha tre figli dei quali deve occuparsi il marito, per Sandra, agli arresti domiciliari, è un’occasione di riscatto. E poi c’è Catherine che si ribella al marito, ex proprietario della squadra che ostacola il progetto. Alla fine, le donne scendono davvero in campo per salvare il calcio degli uomini: una bella metafora che diventa occasione per affermare il girl power. Una commedia un po’ didascalica forse, ma piena di brio e con una freschezza nei dialoghi che dovremmo davvero invidiare al cinema francese. —
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