Il feroce ’68 di Oriana Fallaci
Un anno di reportage in una raccolta edita da Rizzoli

Avvicinandosi il cinquantenario del 1968, annus mirabilis di rivolte e trasformazioni (nel bene o nel male, a seconda dei punti di vista),
Rizzoli
manda in libreria una raccolta di interventi giornalistici di Oriana Fallaci (1929-2006), scritti dalla giornalista proprio nel corso di quell'anno. Il volume -
Oriana Fallaci, 1968 (pp. 460, euro 20,00)
- presenta alcuni celebri servizi di una giornalista, allora inviata dell'"Europeo", che, in base al ritratto che le dedicava "Time" quello stesso anno, era «la più importante giornalista italiana, con seguito anche in molti altri Paesi».
Si inizia a gennaio in Vietnam, dove, insieme al fotografo Gianfranco Moroldo, documenta la guerra in atto. È, questo, il grande incarico che la consacra corrispondente di guerra e al quale ne seguiranno molti altri dello stesso tipo. Nei successivi sei anni, tornerà in Vietnam altre dodici volte, raccontando le fasi del conflitto e intervistandone diversi protagonisti, giungendo così a definire quella guerra «una sanguinosa follia».
Ad aprile è invece negli Stati Uniti, nel pieno delle lotte per i diritti civili. Indaga sulla morte di Martin Luther King e, pochi mesi dopo, su un'altra morte, quella di Robert Kennedy. «Uscivo dal sangue per ricadere sempre nel sangue», scriverà ricordando quei mesi. Un viaggio in America Latina è l'occasione per documentare il triste destino degli Indios.
Nell'estate del 1968, parte alla volta dell'India, con l'incarico di scoprire la verità sul santone Maharishi Mahesci Yogi, un personaggio di cui il mondo si era innamorato, ma il viaggio le dà l'occasione anche per un altro incontro straordinario, quello con l'ultimo Dalai Lama, intervistato nel suo esilio dal Kashmir. Subito dopo è a Città del Messico, per raccontare ai lettori la vigilia delle Olimpiadi che si annunciavano come le più sanguinose della storia. Qui, assistendo a una manifestazione degli studenti contro il governo, viene ferita gravemente e sperimenta su di sé la brutalità del regime che racconta in memorabili reportage. Finita la convalescenza, riparte ancora una volta, per terminare il suo 1968 di nuovo negli States, dove Nixon sta per essere eletto presidente per la prima volta e gli astronauti si preparano ad andare sulla Luna.
Intanto anche l'Europa è alle prese con il movimento studentesco. Del quale così scrive Fallaci: «Vandalismi di studenti borghesi che osano invocare Che Guevara e poi vivono in case con l'aria condizionata». Tagliente come sempre.
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