Il ritorno dei Procol Harum
Oggi in concerto al Palasport Forum di Pordenone

PORDENONE. A cinquant'anni dal loro esordio con l'indimenticabile “A whiter shade of pale”, tornano in regione i Procol Harum. Saranno di scena oggi, alle 21, al Palasport Forum di Pordenone, e per chi non ha avuto la possibilità di apprezzarli nel 2002 in un riuscitissimo concerto al Castello di Udine, l'occasione è da non perdere. Anche se dell'originale formazione rimane il solo Gary Brooker, le performance dei Procol Harum rimangono un vero e proprio avvenimento. Con la loro musica ispirata con raro equilibrio al rock and roll e alla musica seria europea, la storica band britannica è riuscita a creare un stile unico e irripetibile confezionando delle canzoni indimenticabili. La già citata “A whiter shade of pale”, successo planetario dell'estate del 1967 che in Italia molti ricordano nella pallida versione dei Dik Dik intitolata “Senza luce”, rimane un ottimo esempio di come alcuni compositori classici, nel caso J.S. Bach, possano essere riletti e arrangiati in chiave moderna senza svilirne i contenuti. Quel grande successo in qualche modo ebbe a condizionare la carriera successiva dell'ensemble che, ingiustamente, continuò a essere considerato solo per quella canzone. In verità i meriti dei Procol Harum sono diversi e misconosciuti. Nati per promuovere le composizioni del cantante e pianista Gary Brooker e del paroliere Keith Reid, vantavano tra le proprie fila ottimi musicisti come l'organista Matthew Fisher e il chitarrista Robin Trower, quest'ultimo qualche anno più tardi super star del ricco mercato statunitense. I Procol furono uno dei primi complessi a sfoggiare la doppia tastiera, a realizzare brani lunghi e complessi, a suonare dal vivo accompagnati da una vera e propria orchestra. I testi eleganti e ricercati di Keith Reid, spesso ispirati a pagine bibliche e alle ampie distese oceaniche sono stati interpretati mirabilmente dalla voce calda e virile di Gary Brooker. Al Palasport di Pordenone la versione odierna dei Procol proporrà alcuni brani dal loro ultimo lavoro, “Novum”, e naturalmente alcuni dei loro classici. Non dovrebbero mancare “Homburg”, che i Camaleonti tradussero in “L'ora dell'amore” e soprattutto “A Salty dog”, struggente affresco marino che negli Usa ha dato spunto a diverse tesi di laurea in letteratura. Probabile la proposta della drammatica “Whaling stories”, dove l'ispirazione al Moby Dick di Melville fa capolino. E, per sorridere, la paradossale “Rambling on”, dove Brooker canta di un tipetto incaponito nel voler imitare Icaro dopo aver visto al cinema un film di Batman!
Maurizio Lozei
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche