Il violino di Massimo Quarta per i 55 anni dell’Orchestra Busoni

Patrizia Ferialdi



Un concerto celebrativo per festeggiare il 55° compleanno dell’Orchestra da Camera ‘Ferruccio Busoni’ si terrà stasera, alle 20.30, al Teatro Verdi, nell’ambito dell’89° stagione della Società dei Concerti di Trieste. Il complesso cameristico triestino diretto da Massimo Belli eseguirà la ‘Sinfonia in re magg,’ di Luigi Cherubini e il ‘Concerto per violino e orchestra n. 22 in la min G97’ di Giovanni Battista Viotti, con l’apporto solistico di Massimo Quarta. Il grande violinista originario di Lecce, primo italiano a vincere nel 1991, dopo Salvatore Accardo, il prestigioso Premio Paganini di Genova, ritorna al teatro Verdi a distanza di quattri anni dalla sua partecipazione al concerto di Natale allora diretto da Ezio Bosso. «Sono felicissimo di ritornare in questa meravigliosa città e proprio a ridosso della Barcolana. Per me che sono velista – dice Massimo Quarta - è una festa mancata nel senso che la data originaria di questo concerto doveva essere proprio il giorno della regata. Si tratta di un evento emozionante al quale prima o poi prenderò parte con la mia barca».

Al momento però la concentrazione è tutta per il concerto di Viotti, composizione nobilitata da un lusinghiero apprezzamento espresso da Brahms e reso celebre dalle esecuzioni virtuosistiche di Joseph Joachim. Il celebre violinista ungherese ha pure impreziosito il pezzo scrivendo bellissime cadenze, delle quali Quarta utilizzerà solo quella del primo movimento.

«Questo brano – spiega – non è molto frequentato ed è sempre stato visto come introduttivo ai concerti del grande repertorio romantico forse perché il tipo di virtuosismo non è tale da mettere in mostra il violinista così come accade nei concerti di Paganini, Mendelssohn, Beethoven e Čajkovskij. In realtà il suo segreto consiste proprio nella libertà creativa delle frasi, nelle melodie fresche e pure e nella tipologia di scrittura che contempla un dialogo serrato con l’orchestra nell’ultimo movimento, peraltro virtuosistico come da tradizione».

Oltre alle esibizioni solistiche da diversi anni il violinista – che nel tempo libero ama ascoltare jazz ma anche Michael Jackson, Tracy Chapman, ACDC, Iron Maiden, Rolling Stones e De Andrè - ha a cuore anche la didattica, «perchè - dice - educare i giovani alla classica è una missione». E poi si dedica alla direzione d’orchestra, attività iniziata negli anni ’90, innanzitutto dirigendo i propri concerti e poi, via via, diventata sempre più coinvolgente, come accade da tre anni con l’incarico di direttore musicale dell’Orchestra Filarmonica Città del Messico, un complesso di 104 elementi. «È uno strumento meraviglioso, il più completo e complesso di tutti, con il quale si può spaziare nella musica a 360°. Per quanto meraviglioso sia il violino, sono pur sempre 4 corde, mentre ciò che ti può restituire in termini di emozioni l’orchestra è qualcosa di incredibile e irripetibile».

In questa veste, nell’immediato futuro di Massimo Quarta ci sono diversi progetti con varie orchestre giovanili. «Lavorare con i giovani è bellissimo ed è un arricchimento continuo», aggiunge. Come violinista ha in programma una serie di recital in Italia e all’estero oltre ad alcuni progetti discografici. L’evento clou della sua agenda è però una tournée in Sicilia. «Avrò il piacere di farla con mio fratello - conclude - lui in veste di violinista solista e io di direttore». —

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