Indagini aperte sulla Gioconda nuda di Leonardo
Un’ équipe di esperti sta analizzando il disegno realizzato in carboncino nei laboratori del Louvre

PARIGI. La “Gioconda nuda”, disegno in carboncino realizzato tra il 1485 e il 1538 e conservato al museo Condé del castello di Chantilly, potrebbe essere stata realizzata da Leonardo da Vinci. Per fare luce su questo mistero, un mese fa l'opera è stata trasportata in gran segreto a Parigi, dove un gruppo di studiosi del Centro di ricerche e di restauro dei Musei di Francia sta effettuando una serie di analisi. Lo ha rivelato Le Figaro, sottolineando che la tela è ancora sotto osservazione nei locali del museo del Louvre.
La”'Gioconda nuda” fu acquistata nel 1897 da Henri d'Orleans, duca d'Aumale, convinto che fosse stata disegnata da Leonardo. Sebbene gli studiosi mostrino ancora prudenza, il curatore del museo Condé, Mathieu Deldicque, afferma che «il disegno è, almeno in parte, opera del maestro».
La Monna Lisa “senza veli”, raffigurata su un doppio foglio incollato di 72 per 54 cm, si trova nei laboratori parigini da circa un mese, dove è stata sottoposta da un gruppo di ricercatori ed esperti ad una serie di analisi: riflettografia, raggi infrarossi, luce rasente, radiografia, fluorescenza ai raggi X. I risultati sono ancora da ufficializzare, ma confermerebbero "la mano di Leonardo da Vinci". Il disegno resterà nei laboratori del Louvre ancora un altro mese e sarà esposto nel 2019 in occasione dei 500 anni dalla morte dell'artista-scienziato del Rinascimento.
Le prime analisi con il radiocarbonio, riferisce "Le Figaro", hanno accertato che il disegno sarebbe databile tra il 1485 e il 1638. Sono rilevati una serie dettagli che confermerebbero che si tratta di un originale e non di una copia, come supposto in passato. I ricercatori del Louvre ritengono plausibile ipotizzare che l'opera di Chantilly sia stata realizzata nella bottega di Leonardo. C'è da accertare se sia anteriore o posteriore e se sulla superficie del carboncino ci sia stata anche la mano del genio toscano. Nel mondo esistono circa una ventina di versioni della "Gioconda nuda" del secolo XVI, tra cui quella di Gian Giacomo Caprotti (detto il Salai), allievo di Leonardo.
Il celebre dipinto di Leonardo, l’olio su tavola noto anche come Monna Lisa, continua sollevare una serie di congetture e misteri che sembrano infinite, soprattutto riguardo l’identità della donna ritratta. L’ultima ipotesi in ordinedi tepo riguarda appunto il volto della donna ritratta nella Gioconda che «si trova in due grottesche di Morto da Feltre e quella donna è Lisa Gherardini del Giocondo». Lo ha affermato lo storico dell'arte Roberto Manescalchi, che recentemente presentato il suo ultimo lavoro “Gioconda”, edizioni Grafica European Center of Fine Arts, al palazzo del Pegaso a Firenze. Il libro di Manescalchi conferma però quanto già appurato da più parti: dai suoi studi arrivano nuove conferme su fatto che in un'opera di un allievo di Leonardo, conservata nel complesso della Santissima Annunziata a Firenze di cui il critico è profondo conoscitore, ci sia il volto della donna ritratta nella Gioconda di Leonardo da Vinci.
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