La balena Goliath va in tour in Italia nella sua pancia storie vere e inventate

Sara Del Sal

Quante storie si possono nascondere nella Balena? Secondo Alessandro Barbaglia, raffinato e appassionato scrittore di vicende che fa arrivare al pubblico utilizzando un’infinita gamma di modalità che vanno dal libro ai social, non possono essere che infinite. Nel suo nuovo romanzo, “Nella balena”, edito da Mondadori (pagg. 228, euro 17) e in uscita oggi, porta i lettori in un viaggio avvincente, imprevedibile e molto toccante. Lo scrittore di Novara, al suo terzo romanzo, dopo un esordio accolto con calore per “La locanda dell’ultima solitudine”, seguito da “L’atlante dell’invisibile”, che è venuto a presentare anche a Trieste durante il Bookfest 2019, in questo suo nuovo lavoro parte da lontano, dall’America del 1931 e dalle sue passioni. Un’America in cui per una manciata di denari si poteva accedere allo spettacolo in grado di stupire quaranta milioni di spettatori: il circo Barnum&Bailey. Un circo storico, che ha incantato un paese con i suoi animali esotici, con costumi coloratissimi e acrobati oltre a persone con caratteristiche singolari come nani o giganti, e che Barbaglia ci mostra dietro le quinte, o muovendosi tra i suoi tendoni. Ed ecco quindi una comunità di personaggi singolari e di artisti pronti a sfidare l’impossibile come Bird Millman, che si prepara per la sua passeggiata nel cielo sopra Chicago e come Herman, un bambino frutto di una coppia assai strampalata e cresciuto nel circo, in grado di credere in tutto ciò che lo meraviglia. Ma la storia della Balena non è solo americana e di molti anni fa, c’è anche Cerro, un giovane che a soli trentotto anni indossa una vecchiaia non sua, un giovane che attraverso i capitoli imparerà a conoscere la gioventù e l’amore in una Piazza Duomo a Milano eccezionalmente a sua disposizione.

E la balena? La balena è Goliath, lunga ventidue metri, che nel 1954 è stata pescata nelle acque di Trondheim, in Norvegia e che ha intrapreso un viaggio che la ha vista attraversare l’Europa in direzione Torino. È la stessa balena che nel 1958 è arrivata anche a Trieste, come ennesima tappa di un tour che l’ha vista sbalordire l’Italia intera. Una balena imbottita di formalina e svuotata, che permetteva ai suoi spettatori di scoprire il mondo che aveva dentro. Una balena arrivata in Italia per volontà di Giuseppe Erba, che vide staccare 13.000 biglietti in una settimana per permettere ai torinesi di scoprire che cosa il mammifero aveva dentro.

La realtà si fonde con la finzione, come sempre con Barbaglia, che affida in custodia la balena al giovane Herman frutto della sua immaginazione, arrivato dall’America per presentare agli europei e al mondo intero la balena che è realmente esistita. Ma chi conosce Barbaglia sa bene che nei suoi romanzi c’è sempre spazio per le storie d’amore. E in questo caso il giovane autore la costruisce attraverso una trama di ricordi perché, come scrive, “di tutto puoi dimenticarti, tranne di chi ti ha detto ti amo”.

Una scrittura vivida e fluida che rende ogni parola letta un’immagine quasi filmica e una narrazione che si compone di infinite frasi da ricordare. Questo è “Nella balena”, un libro che sembra un film, capace di generare non solo emozioni ma anche sensazioni e rumori o evocare canzoni, un viaggio importante dentro alle nostre vite e alle cose non dette ma anche un modo per cercare di rispondere alla domanda: che cos’è un mostro, che cos’è meraviglia? —



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