La Carta del Carnaro per donne anti-borghesi

Nei concitati mesi di rivolta si realizzano per le donne aspirazioni tenute schiacciate dalla realtà borghese. Nella "Carta del Carnaro", il primo principio affermato è l'uguaglianza, che la Reggenza di D'Annunzio riconosce a tutti "senza divario di sesso, di stirpe, di lingua, di classe, di religione". Garantisce la libertà di pensiero, di stampa, di associazione, di culto. Maggiorenni, maschi e femmine sono eleggibile a tutte le cariche, nessuna stigmatizzazione delle preferenze sessuali. Conquiste che saranno introdotte con il contagocce solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. La Carta ha una matrice che discende dall'interventismo di sinistra dei Fascio rivoluzionario d'azione internazionalista, ma soprattutto dal sindacalismo rivoluzionario di Alceste De Ambris, Filippo Corridoni e Vittorio Picelli e che in parte si ritrova nel Manifesto dei Fasci italiani di combattimento di piazza San Sepolcro (sansepolcrismo).

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