La rapsodia in blu di un ragazzo ebreo a Trieste la fuga nel 1938, il ritorno con l’esercito alleato

È il colore di Trieste, del mare, il colore dell'estate, di certe giornate di bora e di sole, il blu. Ma è anche il colore scintillante degli occhi in cui può riflettersi la paura, in cui può annidarsi la nostalgia. Andrea Goldstein è un bel ragazzo pieno di interessi e di voglia di vivere, allievo del liceo Dante, circondato di amici ma, per il fatto di essere ebreo, vede la sua esistenza mutare da un giorno all'altro. Siamo nel 1938, l'Europa sta per essere gettata nella tragedia della guerra e la sorte dei cittadini italiani di religione ebraica viene decisa proprio nella città di Andrea.
“Rapsodia in blu” (Oblomov, pagg. 136, euro 25) è il titolo dell'intensa e struggente graphic novel di Andrea Serio in uscita in questi giorni. Per il protagonista della storia di colpo i giorni di vacanza in Istria, sulla spensierata costa di Medea e della riviera di Abbazia, diventano un ricordo. Niente più nuotate nell'Adriatico, niente più serate passate a invitare le ragazze a ballare e a fumare di nascosto dagli adulti. Nelle prime pagine il fumetto racconta quel 18 settembre del 1938: il giorno in cui Mussolini annuncia la promulgazione delle leggi razziali, che sanciscono una serie di aberranti provvedimenti antisemiti, il cielo è più azzurro che mai. Tutta la città è raccolta in piazza Unità ad ascoltare il discorso del duce mentre il protagonista vaga per le strade assolate e deserte. Il Canal Grande, il mercato coperto, la sinagoga, il Giardino pubblico fanno da scenario alla passeggiata solitaria di Andrea che è l'unico a staccarsi dalla folla per andare in cerca di aria aperta, quasi fosse l'eletto che intuisce le drammatiche conseguenze che quella proclamazione determinerà per gli ebrei, per gli sviluppi politici e storici della vicenda e per la sua vita.
Le parole di Mussolini echeggiano tra le tavole di Andrea Serio mentre lo splendido blu di Trieste stride con quelle lugubri sentenze. Un anno dopo il protagonista e la sorella s'imbarcano sul piroscafo Saturnia e salpano verso l'America. I genitori giustamente temono per la loro sorte e non esitano a mandarli nel nuovo mondo presso la casa di parenti. Tra il blu del mare e del cielo, Trieste scompare allo sguardo del ragazzo inghiottita in un oblio brutale.
A New York il protagonista trova lavoro come assistente di laboratorio in un ospedale e il paese delle grandi occasioni diventa la sua nuova patria elettiva. In Italia Andrea ritornerà nel dicembre del '44 insieme all'esercito americano e, sbarcato a Napoli, troverà un paese irriconoscibile, devastato dalla guerra.
“Rapsodia in blu” si basa su una storia liberamente tratta dal romanzo “Ci sarebbe bastato” scritto da Silvia Cuttin nel 2011. Rigorosa e insieme appassionata la versione che ne fa Andrea Serio giocando con tutte le sfumature del blu armato di pastelli e matite e svolgendo la trama come si trattasse di una partitura musicale. Dal punto di vista iconografico è evidente la ricerca documentaria che sta alla base del lavoro e il racconto non perde freschezza e modernità malgrado l'epoca lontana in cui è ambientato forse perché temi come l'emigrazione e la questione razziale sono oggi nuovamente caldi.
Famoso per le immagini che crea per copertine di libri e dischi, Serio ha all'attivo il romanzo grafico “Nausicaa – L'altra Odissea” (2011), da cui è stato tratto l'omonimo corto animato che ha aperto le proiezioni della 74° edizione della Mostra del Cinema di Venezia, e una storia illustrata per bambini, “En plein air” (2017). In Francia, dove è molto amato, gli è stata dedicata una mostra personale alla Galerie Glénat di Parigi ed è uscito il libro d'artista “Seriously”, vera e propria antologia dei suoi lavori più significativi realizzati in quasi vent'anni di attività. Ha pubblicato su Linus, la rivista ora diretta da Igort, che è anche il promotore di “Rapsodia in blu”: è grazie al poliedrico fumettista e artista che Serio ha deciso di narrare per immagini la vicenda del giovane ebreo triestino emigrato a New York. —
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