La rinascita degli Upset Noise al Tetris il rock anni Ottanta

TRIESTE. Gli Upset Noise tornano in concerto nella loro Trieste dopo un tempo immemorabile (suonarono nell'83 in piazza Unità, nell'84 in piazza Cavana, nell'88 al Ferdinandeo e nel '90 a Muggia) con...
Di Elisa Russo

TRIESTE. Gli Upset Noise tornano in concerto nella loro Trieste dopo un tempo immemorabile (suonarono nell'83 in piazza Unità, nell'84 in piazza Cavana, nell'88 al Ferdinandeo e nel '90 a Muggia) con un appuntamento doppio: sabato alle 22 e domenica alle 18 al Tetris di via Della Rotonda. In entrambe le occasioni si esibiranno anche i Raw Power. Uno dei primi componenti degli Upset Noise, il chitarrista Fausto Franza, ricorda: «Trieste 1982: avevo 16 anni, i capelli lunghi, ascoltavo Kiss, Van Halen, Sex Pistols, stavo imparando a suonare la chitarra, mi piacevano i suoni distorti ed ero molto attratto dal punk. Nel mio rione avevo notato strani personaggi all'entrata di un portone con strumenti e parti di batteria. Mi invitarono a salire nella loro sala prove. Una punk band a 200 metri da casa: fu così che conobbi gli Upset Noise. Giorgio Macoratti al basso, Fabrizio Fiegl alla batteria, Franco Busletta alla chitarra, Icio alla voce. Quel modo di suonare era lontano da qualsiasi schema classico; era grezzo, veloce, rumoroso, zeppo di cambi, permetteva libera espressione, spontaneità, sfogo… tutto questo senza nemmeno dover suonare tanto bene. Era perfetto».

E poi?

«Nell'83 il chitarrista lasciò, confessai che qualche passaggio ero riuscito a riprodurre e che mi sarebbe piaciuto provarci. Dopo un inizio ruvido trovai il giusto tono e imparai i brani, mentre ci raggiungeva Sandro Zarotti alla voce. Con lui realizzammo "Vi Odio", primo ep condiviso con gli Warfare di Gorizia. Nell'84 il suicidio del bassista Giorgio ci lasciò basiti. Voglio ricordarlo come vera mente della band insieme a Fabrizio che pur soffrendo per l'accaduto, non si perse d'animo proponendo l'entrata di Paolo Cattaruzza. A ruota arrivò la voce di Edi Roncelli che ringrazio ancora oggi per aver contribuito alla crescita della band con i suoi modi e i suoi bellissimi testi. Riuscimmo ad autoprodurre "Disperazione Nevrotica" che ci fece conoscere negli ambienti e partecipare a diversi live tra Bologna, Milano e Torino».

Dal 1985 in poi?

«Nell'85 Fabrizio fu richiesto dai Negazione di Torino e così proposi a Stefano Bonanni, già batterista degli Eu's Arse di Udine, di venire con noi. La svolta fu completa quando arrivò Lucio Drusian alla voce. Provavamo a Udine nella stanzetta di Stefano, con lui il rockettaro che c'era in me emerse, insieme ai testi in inglese di Lucio e la miglior padronanza del basso di Paolo. Il materiale sonoro cresceva bene assumendo una piega meno tagliente rispetto a prima ma più potente, approcciavamo sonorità e ritmiche crossover. Nasce così nell'87 "Nothing More to be Said" per un'etichetta belga e la seguente ristampa italiana nell'88. Nell'89 un ulteriore cambio di line up: Guido Zamattio al basso e Massimo Arban come seconda chitarra. Registrammo "Growing Pain" e "Come to Daddy" che sono i lavori più maturi e meglio strutturati ma lontani dalla prima epoca di chiara matrice hardcore. Calcammo le scene per 5 lunghi anni poi nel '95 lo stop».

Degli anni d'oro degli Upset cosa rimane?

«Resta l'orgoglio per l'esperienza in sé, per aver fatto un percorso e ottenuto buoni risultati, per tutti i riconoscimenti raggiunti. Resta una piccola orma che ci ripaga di tutti i sacrifici, resta il sapore dell'aria vissuta ai concerti. Le immagini degli infiniti km in giro per mezza Europa vissuti con tanto entusiasmo e spirito d'avventura».

Lo scioglimento?

«Ci soffrii molto, mi era difficile pensare di concludere quell'esperienza così importante ma obiettivamente non c'erano più le condizioni per continuare».

La reunion?

«L'ipotesi si concretizzò maggiormente con l'uscita del box-set cd/dvd con "Nothing More To Be Said" e "Growing Pain" rimasterizzati. Non mi piaceva l'idea di salire sul palco dopo 20 anni esclusivamente per un paio di eventi e in condizioni grossolane, la mia ipotesi descriveva una reunion completa, una scaletta dei pezzi che comprendesse l'intero percorso… in definitiva una stimolante rivincita allo stop del '95».

Il concerto al Tetris?

«Suoneremo la stessa scaletta del Deposito con uno o due pezzi in più. La domenica che è giorno di replica avremo Zarotti che canterà quei due brani che cantava 32 anni fa. Una novità: si è aggiunto un chitarrista e sul palco del Tetris saremo in cinque».

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