La saga dei Fontanot la più grande famiglia libertaria d’Europa

Nel libro “Contro il fascismo oltre ogni frontiera” la vicenda di un’intera dinastia di combattenti
Di Pietro Spirito

di PIETRO SPIRITO

Ci sono famiglie che hanno lasciato il segno nella Storia. Dinastie come, solo per restare nella nostra regione, i Colloredo, i Della Torre e Tasso, i Savorgnan, i Bonomo e molte altre. In genere si tratta di stirpi nobiliari, schiatte aristocratiche dai folti alberi genealogici i cui nomi rimbalzano ancora nei libri di storia, nella toponomastica dele città, sulle mura di antichi manieri o celebri palazzi, nelle immagini di stemmi araldici e preziosi dipinti ad olio. Oppure sono famiglie di artisti o del mondo dello spettacolo, o discendenze legate alla politica, in cui alberi genealogici sono di solito più bassi e meno folti. Questa, più o meno, è la regola. Poi ci sono le eccezioni, alcune eclatanti. Come la storia dei Fontanot, una folta, numerosa famiglia le cui radici ottocentesche affondano nella città di Muggia, e che da lì allunga i suoi rami fra Monfalcone, Ronchi Trieste e oltre fin nel cuore dell’Europa. Carattere dominante della numerosa famiglia: l’origine proletaria, l’antifascismo, l’amore per la lotta di classe, il senso libertario della vita. I Fontanot non sono l’unica famiglia antifascista della regione e della Venezia Giulia, certo - come non ricordare i Tominez, i Geromet , i Fumis - ma è senz’altro la più numerosa e quella che forse più di altre «ha vissuto spesso in prima persona, in vari Paesi europei» o nella quella Venezia Giulia, l’internazionalismo come «una pratica quotidiana prima che una teoria politica, da protagonista, facendo scelte importanti e pagandole». Lo dice Marco Puppini nell’introduzione al libro scritto assieme a Nerina Fontanot e Anna Di Gianantonio “Contro il fascismo oltre ogni frontiera - I Fontanot nella guerra antifascista europea” (Edizioni KappaVu, pagg. 383, euro 23,00). Volume corposo, zibaldone di memorie in una selva di nomi, personaggi, storie, il libro nasce per volontà di Nerina Fontanot, triestina, classe 1919, figlia di Gisella Teja e Giuseppe Fontanot, antifascisti perseguitati dal regime e quindi costretti a una lunga emigrazione. Per anni Nerina ha raccolto con cura, come ricorda ancora Puppini, «le testimonianze, i racconti di vita, le osservazioni dei suoi familiari nel tentativo di ricostruire le vicende e di tramandare la memoria della sua famiglia, delle sue lotte e dei suoi ideali, delle perdite delle sofferenze che aveva patito ma anche della grande importanza di quello che era stato fatto». E adesso eccolo qui il lungo racconto dei Fontanot. Che inizia da un soldato di Napoleone, dal quale si salta alla presenza a Muggia, verso la metà dell’Ottocento, di due fratelli Fontanot, Giuseppe e Giacomo. Quest’ultimo, in particolare, lavorava al Cantiere San Marco in un’epoca in cui «padroni ed armatori spremevano senza ritegno dei lavoratori ore e ore di lavoro ed imponevano turni a loro arbitrio». È l’inizio delle lotte di classe, dei movimenti e dei circoli socialisti, fino allo scoppio della Grande guerra. Nel 1915 i Fontant «sono una estesa famiglia con uomini adulti e padri di famiglia (...), e giovanotti. e ragazze (...)». Tutti grandi lavoratori, tutti socialisti e atei convinti. Da qui l’avventura continua con l’avvento del fascismo, mentre la famiglia cresce e il saldo credo nel socialismo fa da bussola alle loro vicende fin dentro al Seconda guerra mondiale.

Un ramo dei Fontanot rimane a Ronchi, dove i fratelli Viniio, Licio e Armido combatteranno contro gli occupatori nazisti e fascisti in montagna e nelle formazioni di pianura, nei Gap e nell’Intendenza Montes. Una parte - la famiglia di Nerina - già dal 1924 si è trasferita in Francia dove, a Nanterre, sarà punto di riferimento e rifugio per molti esponenti comunisti di primo piano in lotta contro i nazisti. I fratelli di Nerina, Jacques e Nerone, e il cugino Spartaco, perderanno tutti la vita nella Resistenza francese combattendo a fianco dei partigiani immigrati. E una Brigata Garibaldi “Fratelli Fontanot” combatterà con il VII Korpus sloveno nella provincia di Lubiana. Difficile riassumere in poche righe l’articolata epopea dei Fontanot, alcuni dei quali, nella seconda parte del volume, raccontano in prima persona le storie dei rispettivi nuclei familiari in un’ampia appendice che si fa racconto corale «che richiama il coro della tragedia greca», nota Anna Di Gianantonio. È un cespuglio di testimonianze che si intreccia e pervade i momenti più drammatici della storia non solo delle nostre terre ma di tutta l’Europa.

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