La “Sperada” di Carlotta, omaggio alle donne brianzole

Non di rado qualche visitatore si è fermato davanti al Boudoir di Carlotta, l’intimo salottino ricavato nella torretta del Castello di Miramare, manifestando una certa sorpresa nello scoprire la consorte di Massimiliano d’Asburgo, Carlotta del Belgio, con un singolare accessorio sul capo che fa immediatamente riandare la memoria ai Promessi Sposi.
La principessa presenta, infatti, nella chioma raccolta a crocchia, una serie di lunghi fermagli d’argento disposti a raggiera, che ricordano da vicino la descrizione che Alessandro Manzoni fa dell’acconciatura di Lucia Mondello: “I neri e giovanili capelli si ravvolgevan dietro il capo in cerchi molteplici di trecce, trapassate da lunghi spilli d’argento, che si dividevano all’intorno, quasi a guisa de’ raggi d’un’aureola, come ancora usano le contadine del Milanese”.
Questo originale ornamento, chiamato “sperada”, contrassegnava le tappe più importanti della vita di una donna brianzola: l’usanza voleva infatti che ad ogni spillone corrispondesse un evento ben preciso, quale il fidanzamento, il matrimonio, la nascita dei figli.
La scelta di farsi ritrarre indossando la “sperada” appare un chiaro omaggio alle tradizioni del Regno Lombardo Veneto, dove Carlotta risiedette a fianco del marito, che ne fu governatore con poteri civili dal 1857 al 1859. In questo periodo, cruciale peraltro per i lavori di costruzione, in pieno corso, del Castello e del Parco di Miramare, la coppia arciducale abitò alternativamente il Palazzo Reale di Milano e la Villa Reale di Monza. Nel suo ruolo di General Governeur Massimiliano tentò di seguire un orientamento liberale lontano dal rigido autoritarismo del fratello, l’imperatore Francesco Giuseppe, sperando di conciliarsi il favore della popolazione italiana ostile al governo austriaco. Carlotta sostenne sempre fervidamente il consorte, assieme al quale promosse atti di beneficenza per i bisognosi e organizzò ricevimenti volti ad avvicinare l’élite milanese, in un momento di altissima tensione che avrebbe portato, di lì a poco, a seguito della seconda guerra d’indipendenza, alla perdita austriaca della Lombardia.
Autore del raffinatissimo ritratto è il belga Jean François Portaels (1818-1895), per il quale l’arciduchessa posò a Milano verso la fine del 1857, come apprendiamo da una lettera scritta dall’artista. Questo pittore, particolarmente caro alla casata reale di Carlotta, al punto da essere considerato un ”familiare della corte di Bruxelles”, era reputato uno dei migliori ritrattisti viventi in Belgio , eccellente nel restituire la fisionomia e nell’indulgere nei dettagli con una straordinaria sensibilità coloristica. La resa dell’abito damascato di colore oro, il gioco delle trasparenze dello scialle in pizzo nero, la pennellata rossa del decoro floreale, rendono indimenticabile questa immagine di Carlotta, restituendo a noi spettatori quasi la sensazione tattile della consistenza delle vesti. —
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