La stampa straniera lancia Margherita Buy

CANNES. C'è un tratto comune in tutte le recensioni straniere a «Mia madre» di Nanni Moretti (già acquistato da 30 paesi, dall’Europa al Giappone): aver colto il doppio registro su cui si muove il film e l'idea del regista di contrapporre due piani per ottenere un distacco dalla materia bruciante e autobiografica che ne ha motivato la realizzazione. Sulla stampa internazionale è un plauso unanime anche se controllato. In maggioranza i critici segnalano il ritorno di Nanni alla sua ispirazione migliore, riallacciano «Mia madre» a «La stanza del figlio» e ne apprezzano l'intimismo sommesso e senza forzature melodrammatiche. Curiosamente si dividono nel segnalare gli elementi di forza del film. Per un Variety che lancia Magherita Buy verso la Palma come miglior attrice, c'è un Hollywood Reporter che trova sublime l'istrionismo buffo di John Turturro. Per Télérama Giulia Lazzarini è «la gran dama del teatro italiano», per l'Express la forza del film sta invece proprio nell'universalità che Moretti riesce a dare a tutti i suoi personaggi, se stesso compreso. In generale si tratta quindi di una promozione a pieni voti, confermata dal Guardian che menziona il film tra i migliori di quest'annata. A essere obiettivi, c'è da rilevare che nessuna recensione si spinge a collocare «Mia madre» al vertice della parabola artistica dell'autore e che specie i Trades d'oltre oceano affidano le sorti commerciali del film al robusto sostegno della critica. Ma si tratta di obiezioni sommesse, come se ci fosse una sorta di timore reverenziale ad avanzare perplessità su quello che è il punto nodale del film: Il ritratto sincero che Moretti ci offre di sè e dei suoi dubbi.
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