La Trieste degli Alleati tra swing e boogie-woogie rivive in piazza Verdi

TRIESTE. La musica e l’atmosfera della Trieste del ‘54 – il periodo in cui gli alleati portarono in città i jeans e introdussero i musicisti locali al jazz - rivivranno per una sera, sabato alle 21 in piazza Verdi. Grazie alla musica del Leo Zannier Swing Project e alla Shipyard Big Band diretta dal trombettista Flavio Davanzo, con la partecipazione delle scuole di ballo Arianna e TocToc e all’attore Riccardo Maranzana, che nell’ultima serata del festival TriesteLovesJazz proporranno “Trieste 54”.
60 anni fa, Trieste passava dall’amministrazione militare alleata all’amministrazione civile italiana. Si chiudeva così una parentesi nella quale la presenza degli alleati aveva portato in città la musica e il cinema americano. «L’idea - anticipa Maranzana - è raccontare una fiaba, perché in fondo questa parentesi è stata una sorta di favola: se da una parte c'erano una situazione politica estremamente complessa e una grande inquietudine, dall’altra la guerra era finita e si era positivi perché il peggio era passato. Ho letto alcuni libri storici e mi sono inventato il personaggio di un americano dimenticato a Trieste che spera che i suoi commilitoni lo vengano a riprendere e nel frattempo ha assunto caratteristiche triestine. Leggerò alcuni brani che descrivono quella che Jan Morris chiama “Trieste. O la città del nessun luogo”, anche se naturalmente la protagonista resta la musica».
«Sul palco – spiega Zannier - sarò accompagnato da Riccardo Morpurgo al piano, Andrea Zullian al contrabbasso ed Enos Kugler alla batteria. Presenteremo una selezione di classici dello swing e del jazz cantato: Gershwin, Porter, Cole, Luttazzi. Quei 9 anni per chi li ha vissuti e non solo hanno rappresentato un’esperienza unica e indimenticabile: le orchestre diventavano band, le bande diventavano gang, i fuoristrada erano Jeep. Trieste si è americanizzata, negli usi e costumi, molto prima delle altre città italiane e ne è derivata l'evoluzione musicale che moltissimi musicisti triestini hanno portato nel cuore per i decenni successivi. Sono sempre stato affascinato dalle Big Band e da quel sound tipicamente d'oltreoceano: "Jack Calcagno, un americano a Trieste" è lo spettacolo che sto portando in giro per l'Italia mettendo in scena la vita di un 40enne di Reno e la sua passione per la musica e per Trieste».
«Per Trieste – conclude Davanzo – quegli anni rappresentarono una scoperta, dai blue jeans al boogie-woogie. Si incominciano ad ascoltare Armstrong e Sinatra e da lì parte tutto. Saremo accompagnati da un corpo di ballo composto da esperti ballerini di tip tap della scuola Toc Toc di Michela Bianco e di balli di coppia della scuola Arianna e daremo vita a uno spettacolo con cambi musicali tra solisti e ballerini per far rivivere le serate degli anni '40 e '50 di Chicago e New York. La Shipyard Big Band, orchestra di 18 elementi ha anche la funzione di palestra per tutti quei giovani che si avvicinano al jazz e possono così far pratica di lettura e pronuncia del linguaggio. Presentiamo un repertorio a cavallo dal secondo conflitto mondiale, quando imperavano Goodman, Miller e Dorsey. Come tutte le musiche di qualità, anche questa viene ora riscoperta e riproposta assieme ai balli che ne costituirono l’espressione ginnico-coreografica. Il progetto nasce dalla volontà di realizzare delle serate inedite e coinvolgenti dove trovare musica, ballo e cabaret e creare una rete culturale tra i ballerini e gli appassionati del Nordest e della Slovenia. Il 31 agosto saremo alla Festa delle Raze a Staranzano e ad autunno riprenderemo l’attività».
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