La triestina Tamara Marini «Bay è geniale ma che fatica»

il film
«Se hai intenzione di vederlo al cinema, assicurati di arrivare in tempo. Entro i primi sei minuti, Michael Bay distrugge un aereo, una moto, tre auto, innumerevoli pedoni e la dignità di tre suore italiane». È l’arguto monito di “Variety”, bibbia dello show-biz Usa, che giudica il film «visivamente sbalorditivo»: “6 Underground”, il blockbuster Netflix di Michael Bay da 150 milioni di dollari che esce oggi - in Italia solo su piattaforma - è la quintessenza dell’action più spinto e adrenalinico, tra inseguimenti al cardiopalma e spettacolari esplosioni.
Tra i realizzatori di quello che è, a oggi, il film più costoso mai prodotto finora da Netflix c’è la scenografa triestina Tamara Marini, che ha ricoperto il ruolo di supervising art director, il gradino più alto esistente nel settore. L’apprezzamento della produzione è stato tale da segnalarla, a sua insaputa, agli Academy Awards: a luglio di quest’anno è entrata così tra i professionisti del cinema selezionati, a livello mondiale, per votare i premi Oscar. È la seconda triestina a entrare negli “happy few” dopo Alessandra Querzola.
Per la stampa italiana, “6 Underground” è «il film che ha fatto impazzire Firenze», tra corse e sparatorie in piazza del Duomo e con tanto di sfondamento del portone del vicino palazzo Medici, ricostruito dall’art deparment in vetro. «Ma abbiamo girato anche a Roma, Siena e Abu Dhabi - ha spiegato Marini -. È stato faticoso: i ritmi di Bay non sono facili da sostenere. È un regista geniale con tutte le variabili che questo implica: non si ferma davanti a nulla. Se vuole realizzare un inseguimento in uno dei luoghi più spettacolari ma allo stesso tempo difficili per la salvaguardia del territorio non lo ferma nessuno. Così, preparare l’inseguimento nel bel mezzo di Ppazza del Campo a Siena non è stato semplice, perché la paura di infliggere danni è sempre forte. Comunque, Bay si è rivelato rispettoso dei limiti delle città, comprendendone il valore storico». Nonostante non fosse nuova al genere, avendo curato i tiratissimi inseguimenti sul Lungotevere di “Spectre”, lo 007 di Sam Mendes, Marini sembra sia stata catapultata nell’action movie. Dopo Bay, infatti, è stata chiamata per “No time to die”, 25esimo capitolo della saga di James Bond, allestendo i set di Matera e altri vertiginosi inseguimenti. —
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