“Lettere da Berlino” contro Hitler

In sala la pellicola di Vincent Perez con Emma Thompson e Brendan Gleeson

ROMA. «Il libro più importante che sia mai stato scritto sulla resistenza tedesca al nazismo». Così Primo Levi descrisse “Ognuno muore solo” (pubblicato in Italia da Sellerio), il romanzo di Hans Fallada sulla vera storia di una coppia di tedeschi piccolo borghesi di mezz'età, Otto ed Elise Hampel, che nella Berlino del 1940 portarono avanti la loro personale resistenza al Fuhrer. Dal libro, uscito nel 1947 poco dopo la morte per overdose di morfina del tormentato autore, Vincent Perez ha tratto il suo nuovo film da regista, “Lettere da Berlino”, che ha per intensi protagonisti Emma Thompson e Brendan Gleeson. Dopo il debutto all'ultimo Festival di Berlino, arriva nelle sale italiane il 13 ottobre con Videa.

Gli Hampel, ben immaginando quale sarebbe stato il loro destino (sono stati entrambi arrestati, processati, condannati e decapitati nel 1943), denunciarono per due anni su centinaia di cartoline lasciate per la città le ingiustizie del regime nazista, incitando alla ribellione. Perez, di padre spagnolo e madre tedesca, ha un legame personale con la storia: suo nonno fu fucilato dai franchisti e uno dei suoi prozii è morto nelle nelle camere a gas.

Nel film, Otto ed Anna Quangel decidono di reagire dopo la morte in guerra del loro unico figlio. È l'uomo, capo officina in una fabbrica, ad avere l'idea, e la moglie che lo scopre mentre scrive la prima cartolina («madre, il Fuhrer ha ucciso mio figlio e ucciderà anche il tuo»), decide di aiutarlo. Quasi tutte le cartoline vengono consegnate alla polizia e alla Gestapo, che però faticano a trovare i responsabili. Fino a un inevitabile incidente. Nel cast, fra gli altri, anche Daniel Bruhl, nel ruolo di Escherich, l'ispettore incaricato delle indagini.

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