L’impressionismo che cambia il mondo in 140 opere a Treviso

di FRANCA MARRI
Ci sono La piccola Irene di Renoir, dai capelli color rame e dallo sguardo un po' malinconico, sospeso tra sogno e speranza, un Bambino della famiglia Lange di Edouard Manet, dagli occhi marroni, quasi neri, e Augustine Roulin, la moglie del postino Joseph, ritratta da Van Gogh mentre dondola la culla della sua bambina. E ci sono anche Diego Martelli, il critico e letterato amico dei Macchiaioli, ritratto da Degas, George Sand descritta dal pennello di Delacroix, Il ragazzo con l'orecchino di Jean Auguste Dominique Ingres. Ci sono i paesaggi, i campi di grano, i cipressi, i giardini, la Senna, le coste francesi; le nature morte di Cézanne, i covoni e le ninfee di Monet. E tanti altri capolavori per una grande mostra, intitolata "Storie dell'impressionismo. I grandi protagonisti da Monet a Renoir, da Van Gogh a Gauguin" allestita nei rinnovati spazi del Museo di Santa Caterina di Treviso per la cura di Marco Goldin.
L'esposizione, segna il ritorno dopo dodici anni del critico nella città dove è nato e tuttora risiede, e dove tutto è iniziato, esattamente vent'anni fa, quando fondava la società Linea d'ombra.
Per festeggiare questo importante compleanno Goldin non poteva che scegliere gli autori più amati da lui e dal suo pubblico di appassionati.
Sono state riunite 140 opere, quasi tutti dipinti, ma anche alcune fotografie e incisioni a colori, provenienti da musei e grandi collezioni di mezzo mondo, in una mostra questa volta caratterizzata da un intento più didattico e un taglio più attento alle circostanze di date, fatti, eventi.
Dalla metà dell'Ottocento fino ai primi anni del Novecento sei diversi capitoli, sei diverse sezioni tematiche vengono a raccontare l'affermarsi del nuovo linguaggio impressionista mettendolo a confronto con ciò che lo precede, ciò che contemporaneamente veniva acclamato ai Salon, ciò che ne deriverà poi.
La prima storia riguarda “Lo sguardo e il silenzio”: il tema del ritratto conduce il visitatore dai dipinti di Ingres a quelli di Courbet, Degas, Gauguin, Van Gogh nella ricerca di una verità che non sia soltanto propria di un volto ma anche di un'anima; una verità capace di racchiudere non soltanto uno stato d'animo ma un mondo interiore.
Figure sotto il cielo racconta invece il desiderio di esprimere l'armonia tra natura e figura nella freschezza del momento, en plein air, sotto la luce di un sole primaverile come in Castagni a Louveciennes di Camille Pissarro, o sotto l'azzurro del cielo come ne La casa dell'artista ad Argenteuil di Claude Monet, o con un Temporale in arrivo, di Eugène Boudin.
Il tema della natura morta viene quindi indagato nella sezione intitolata “La posa delle cose”: dai dipinti di un prezioso e sontuoso realismo di Henri Fantin Latour alle rare, toccanti nature morte di Manet, sino ai fiori frementi di Van Gogh e alle rivoluzionarie composizioni di Cézanne: chiaramente non si tratta soltanto di fiori e di frutta, ma di un modo di intendere la pittura, di un modo di vedere e considerare l'esistenza.
In “Un nuovo desiderio di natura” si evidenzia la rottura con la pittura accademica e romantica per l'affermazione di una nuova pittura, immersa nella natura, nella realtà della luce e del colore; una natura più immediata, meno costruita, che doveva essere rappresentata con la stessa semplicità e immediatezza delle stampe giapponesi, presenti in questa e altre sezioni.
L'impressionismo in pericolo narra invece di una nuova visione interiore che viene ad arricchire l'ultima fase della creatività pittorica di Monet. A partire dal 1880 con la serie dei Disgeli a Vétheuil e poi con i paesaggi della Normandia, l'autore al quale si lega la definizione stessa di impressionismo, inizia a ripensare la modalità del suo dipingere, raggiungendo così i suoi più alti risultati pittorici, anticipatori l'astrattismo.
L'ultimo capitolo riguarda infine “Come cambia un mondo”: protagonista è Paul Cézanne il quale, dopo aver partecipato alla prima e alla terza mostra impressionista a Parigi, nel 1874 e nel '77, decide di ritornare nella sua Provenza per portare avanti la sua ricerca in un'ostinata, assoluta solitudine. Non più l'apparenza ma l'essenza delle cose interessa al pittore di Aix che vuole un'arte capace di rendere della natura il brivido della sua durata, della sua eternità. Info: www.lineadombra.it.
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