Linee immaginarie sono i confini con la Slovenia e il mondo intero

Alla galleria Double Room di Trieste una collettiva di artisti contemporanei indaga il tema delle frontiere dentro e fuori



I confini quali solchi reali tra territori o immaginarie linee che distaccano pensieri e persone? A trent’anni dalla caduta del Muro di Berlino, simbolo indelebile di quanto la prevaricazione possa significare distanza, viene inaugurata a Trieste, presso la DoubleRoom arti visive, “Linee immaginarie” una mostra che indaga il significato di confine. Massimo Premuda presenta i lavori di sette artisti contemporanei che analizzano i confini fra Italia e Slovenia ma anche quelli più ampi e controversi fra Stati Uniti e Messico e fra Spagna e Marocco mediante fotografie, video e illustrazioni. La collettiva, che sarà visitabile fino al prossimo 28 febbraio, rientra nel ricco calendario di iniziative sviluppatesi nell’ambito della programmazione della 30° edizione del Trieste Film Festival. “Passaggi di Stato” di Carlo Andreasi, è un essenziale e raffinato reportage fotografico sulla documentazione delle postazioni di controllo dismesse, il 20 dicembre del 2007, lungo il confine fra Trieste e il Carso sloveno. “Spovednica tihotapev/Confessionale per contrabbandieri” è il titolo del lavoro video di Anja Medved che aveva predisposto un video-confessionale all’interno di una postazione di controllo sul confine per raccogliere le testimonianze di persone accorse per festeggiare lo storico evento. Pavel von Ferluh presenta uno dei suoi disegni visionari di Trieste “Visto dalla terra di nessuno” in cui la città è spinta in un futuro prossimo e spettacolare con la sua commistione di etnie e linguaggi. “Rimpasti di confine”, dell’illustratore sloveno Jan Sedmak, è un lavoro apparentemente semplice, quasi giocoso ma intrinseco è il messaggio profondo ed interessante sulla necessità di dialogo costruttivo in un mondo in trasformazione. Elisa Vladilo, con un intervento di arte pubblica e Land Art “Stitching the Border”, ha “intrecciato” con picchetti e nastri il confine che separa l’Italia dalla Slovenia sul versante del Monte Sabotino, scegliendo così di ricucire territori e memorie. Due confini lontani per territori ma non per strappi interiori - Melilla, città autonoma spagnola sulla costa orientale dell’Africa del Nord e il Canale di Tijuana tra Usa e Messico - sono quelli trattati da Otto Reuschel con il cortometraggio “Riski” e “Al bordo de la linea: storie di vita al margine” di Lea-Sophie Lazić-Reuschel che raccontano le vite disperate di persone che vivono esiliati. —

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