L’inferno dentro la famiglia nella lunga giornata di O’Neill

TRIESTE. “Lunga giornata verso la notte” Eugene O’Neill illumina squarci molto drammatici sulla famiglia: nessun cliché edulcorato, anzi scavo profondo in un malessere che si fatica a celare. Nella drammaturgia americana del Novecento, la tragedia si instilla infatti nella quotidianità e sgorga soprattutto dai primi, più naturali rapporti umani, quelli familiari.
Il poco frequentato testo di O’Neill arriva al Politeama Rossetti da oggi, alle 20.30, a domenica (alle 16) in un nuovo allestimento formato da Arturo Cirillo per il Tieffe Teatro di Milano, e fresco di debutto nazionale.
Arturo Cirillo, nel suo scandagliare il testo con sensibilità contemporanea, ne amplifica ulteriormente la crudeltà, non tanto indagando negli eccessi morbosi dei confronti e dei legami familiari (oggi siamo abituati a ben altri “inferni” privati), quanto concentrandosi sulla solitudine e sulla finzione che connota ognuno dei protagonisti. Solitudine, finzione che avvicinano a noi quei personaggi e che fanno scattare in scena un affascinante e interessante cortocircuito metateatrale.
Sul palco il regista pone qualche essenziale, raro oggetto d’arredo, funzionale allo sviluppo del plot, e quattro “camerini” – un tavolino, uno specchio circondato da luci, una sedia – dove dopo ogni scena si accomoderanno i personaggi, rimanendo a tutti gli effetti sempre “dentro” lo spettacolo.
Una scelta che Cirillo costruisce sulla base di due riflessioni: innanzitutto l’idea che ognuno dei personaggi sia costantemente diviso fra la propria realtà segreta e la recita del proprio ruolo “pubblico” che sostiene in famiglia (il pater familias, il bravo figlio…). Secondariamente riconosce simbolicamente quale situazione di profonda solitudine quella dell’attore davanti allo specchio, sospeso per un istante fra se stesso, l’esistenza reale e il personaggio cui ha appena dato vita.
Si muovono dunque spaesati e infelici fra questi estremi i protagonisti del possente dramma che il padre del teatro moderno americano scrisse negli anni Quaranta infarcendolo di molti scomodi, imbarazzanti spunti autobiografici (nuovamente altalenando fra la propria realtà e la finzione letteraria) e imponendo che venisse rappresentato soltanto dopo la sua morte. Debuttò perciò solo nel 1956 con clamoroso successo e valse a O’Neill il primo premio Pulitzer della storia tributato postumo.
Lo spettacolo si svolge nell’arco di un giorno lunghissimo, in cui i membri della famiglia Tyrone, si urlano in faccia reciprocamente disperazione e solitudini, annegando nel buio del dolore.
Il padre James è un ex-attore ricco ma avaro che si rifugia nell'alcool, la madre Mary una donna rovinata dalle droghe, frustrata, apprensiva. Teme soprattutto di perdere il figlio minore Edmund malato di tisi, mentre il maggiore è un’infelice replica del padre che si abbandona all’alcool e alle donne, per dimenticare la propria misera carriera attoriale.
Ne sono interpreti Milvia Marigliano (Mary), Arturo Cirillo (James), Rosario Lisma (James Jr.) e Riccardo Buffonini (Edmund). I biglietti per lo spettacolo sono ancora disponibili in tutti i punti vendita del Teatro Stabile regionale e anche attraverso il sito www.ilrossetti.it.
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