Luka Zunic: «Ho lasciato la scuola ma la passione per il cinema ha vinto»

Ieri il giovane attore è stato premiato all’Ariston per “Non uccidere” con Gassmann Questa mattina parteciperà alla passeggiata aperta al pubblico sui luoghi del film
Elisa Grando



Quella di Luka Zunic è la storia di una passione, di un cambiamento e di un talento precoce. Ieri sera l’attore trentino ha ricevuto il Premio Prospettiva a ShorTS – International Film Festival al Cinema Ariston, presentando il suo strepitoso film di debutto, “Non odiare” di Mauro Mancini (che lo accompagnerà al festival), girato tutto a Trieste. Questa mattina parteciperà anche alla passeggiata aperta al pubblico sui luoghi del film, con partenza alle 10 dalla Casa del Cinema di Trieste. Un modo, insomma, anche per ritrovare la città che lo ha tenuto a battesimo artistico.

Prima di diventare a soli 20 anni uno dei giovani attori italiani più promettenti, però, il suo percorso non è stato semplice. «Ho cominciato a recitare alle elementari», racconta. «La maestra di teatro disse a mia madre: “Tuo figlio è in gamba, fallo continuare su questa strada”. Ma da adolescente, purtroppo, ho mollato la scuola e ci sono stati alcuni conflitti in famiglia. Sono andato via di casa e ho cominciato a essere autonomo». Sono state la “fame” di affermarsi e di riuscire, dice Luka, più la grandissima passione per la recitazione, a fargli fare un esame di coscienza: se davvero voleva farsi strada come attore, doveva “cambiare testa”, impegnarsi al massimo, fare cento provini. «Al centunesimo, finalmente, la casting director Anna Pennella mi ha chiamato a Roma per un provino interessante. Era quello per “Non odiare”».

Da lì in poi tutto è cambiato. Il ruolo del teenager neonazista Marcello, una prova di straordinaria maturità a fianco di Alessandro Gassman e Sara Serraiocco, gli è già valso il premio NuovoImaie Talent Award 2020 alla scorsa Mostra di Venezia. Ed è subito arrivata l’occasione per il secondo film, un altro progetto d’autore: “La ragazza ha volato” di Wilma Labate, per coincidenza di nuovo girato a Trieste, che uscirà tra qualche mese. «Il fatto che io sia riuscito a realizzare i miei sogni, anche se sono ancora all’inizio, è stato bellissimo anche per la mia famiglia», commenta Luka. «Amo molto i miei genitori, li ho resi fieri, e questo mi rende fierissimo di me stesso».

Il personaggio di Marcello era una sfida difficilissima, ad alto rischio di cliché. Zunic, invece, gli ha dato grande spessore umano: «La cosa più complicata è stata far diventare giusta per il personaggio un’ideologia che reputo sbagliata», dice l’attore. «Col regista abbiamo letto molti libri sull’argomento e, già due mesi prima di girare, sono entrato fisicamente nel personaggio girando per Roma coi capelli rasati e gli anfibi».

Nel 2022 vedremo Luka anche in un giallo thriller, “Il confine” di Vincenzo Alfieri, con Edoardo Pesce e Massimo Popolizio: «Interpreto il figlio di un comandante dei carabinieri che, dopo un rave, viene rapito insieme a una ragazza. Il padre farà di tutto per ritrovarlo». Poi, il futuro è tutto da costruire: «Il mio obiettivo a lungo termine è lavorare su film del calibro di “Non odiare”, progetti di qualità, personaggi diversi da me. Sto facendo anche provini per Netflix, ho rifiutato qualche serie perché non la reputavo giusta per la mia crescita: nei primi cinque anni si mettono le basi di chi sarai un giorno». I modelli sono chiari: «Luca Marinelli, che ha vinto il Premio Prospettiva qualche anno fa, o Elio Germano: hanno mantenuto una coerenza, scelto sempre progetti importanti. E poi io, come loro, non seguo i social, non mi piace mostrare il mio privato. Ma un messaggio vorrei darlo ai miei coetanei: fare questo mestiere è possibile, anche partendo dal nulla. Se vuoi veramente una cosa, la prendi».

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