Manos Blancas, gesti ed emozioni

Venerdì il coro friulano aprirà a Trieste il Barcolana Festival
TRIESTE. Sarà anche una Barcolana in musica. E proprio nel segno della musica avverrà l’apertura della sua edizione numero 49. Per venerdì 29 settembre è fissata, in Capitaneria di Porto (che per la prima volta entra prepotentemente nel programma dell’iniziativa), l’esibizione dei bambini del coro gestuale Manos Blancas del Friuli e del Coro Voci Bianche Artemìa: alle 20.30, ingresso libero ma su prenotazione. A seguire, avremo il concerto del GnuQuartet, tra i più autorevoli progetti italiani di musica strumentale.


Reduce dal recentissimo successo con Elisa sul palco dell’Arena di Verona, formato da bimbi e ragazzi dagli 8 ai 12 anni, il Coro di voci bianche Artemìa di Torviscosa è istruito da Denis Monte. Invece, a dirigere il Coro Manos Blancas del Friuli ci pensa Paola Garofalo. «Il progetto - racconta Paola - nasce nel ’99 in Venezuela quando due docenti di una scuola di musica guidata da Josè Antonio Abreu hanno pensato di applicare il metodo dello stesso Abreu (“El Sistema”, ideato 24 anni prima) non soltanto ai giovani economicamente e socialmente in difficoltà ma anche a quelli che, nonostante i loro problemi uditivi, volevano avvicinarsi alla musica. Per ottenere tale risultato questi docenti hanno pensato di “servirsi” della lingua dei segni. E noi abbiamo fatto nostro questo progetto».


Come? «Grazie alla famiglia Nonino, che, nel 2010, ha premiato Naybeth Garcia e Johnny Gómez, i due promotori di questa parte di “El Sistema”, facendo in modo che lo presentassero per la prima volta in Italia - racconta Paola -. E non va dimenticato che pure Claudio Abbado voleva che questo progetto arrivasse da noi».


Alle parole son seguiti i fatti: «La famiglia Nonino ha contattato “La nostra famiglia” (un centro di riabilitazione di San Vito al Tagliamento). Nel 2010 abbiamo fondato l’associazione “Amici coro Manos Blancas del Friuli” il cui presidente è Mauro Chiarot. E la famiglia Nonino si è preoccupata della nostra formazione al punto che Garcia e Gómez sono spesso venuti in Italia per portare avanti il progetto».


È, il Manos Blancas del Friuli, un coro certo particolare. «Siamo un coro gestuale. Interpretiamo la musica attraverso segni e gesti che però devono rispettare le caratteristiche delle note e del testo. Ma con noi c’è sempre un coro vocale: siamo nati assieme al Coro Artemìa con il quale verremo a Trieste».


La finalità sociale del progetto è evidente: «Grazie alla musica riusciamo a far superare alcune barriere come quella della disabilità. E i giovani, sentendosi protagonisti, accrescono la loro autostima, sono sereni - racconta Paola Garofalo -. Faccio la logopedista (lavoro a “La nostra famiglia”) e da quarant’anni e mi confronto con bimbi e ragazzi che hanno ad esempio problemi di linguaggio, di sordità. E con il Coro Manos Blancas vedo che, per una volta, non è tanto quanto ricevono ma quanto riescono a regalare, a dare».


Nel coro non ci sono più soltanto giovani con disturbi uditivi. «Troviamo anche bimbi ad esempio con la sindrome di Down, deficit cognitivi, disturbi linguistici, compromissioni motorie, disturbi emozionali e di relazione. In tutto, il coro è formato da 23 elementi di varie parti del Friuli (dai 6 ai 20 anni circa). In totale, per il Coro “son passati” circa 150 bimbi e ragazzi. Ma non sono da sola: ci sono anche le due insegnanti Rosanna Danelon e Claudia Bortolussi oltre alla mia collega Edda Gobetti».


Il repertorio? «Va dal classico alla canzone contemporanea, etnica, tradizionale. Ma diamo sempre risalto ai brani che trasmettono messaggi di pace, di fratellanza, ideali a cui tende il nostro progetto”. E a Trieste ascolteremo l’Inno nazionale, “Mani”, “Sorridi amore vai”, “Goccia dopo goccia”, “La marinaresca” (omaggio alla Barcolana) e “Nel blu dipinto di blu».


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